L'ex presidente della Federcalcio europea ascoltato a Berna per il controverso pagamento di 2 milioni di franchi. E domani toccherà a Blatter rispondere
È arrivato ieri mattina a Berna Michel Platini. Puntuale come un orologio svizzero, alle 8.45 è sceso dal taxi con indosso un abito e una camicia blu, senza però indossare cravatte, e s'è addentrato nella sede del Ministero pubblico della Confederazione, accompagnato dal suo avvocato Dominic Nellen. Non senza aver lanciato un sorriso ai giornalisti presenti, accolti con un «buongiorno». Ex gran capo del calcio europeo, l'oggi 65enne francese perorerà la sua causa davanti alla giustizia elvetica nell'ambito del procedimento avviato ormai cinque anni fa per il pagamento sospetto di 2 milioni di franchi ricevuto dall'allora presidente della Fifa, il vallesano Sepp Blatter.
Tre volte vincitore del pallone d'oro quando ancora giocava, Platini è stato ascoltato da Thomas Hildebrand, il procuratore pubblico che all'inizio del mese di giugno aveva esteso allo stesso dirigente francese l'indagine che fino a quel punto coinvolgeva il solo Blatter, il quale nel 2011 aveva effettuato il controverso pagamento allo stesso Platini per un non meglio precisato lavoro di consulenza portato a termine nel 2002, senza però che ci fosse lo straccio di un documento scritto (Blatter che, tra l'altro, sarà ascoltato domani dallo stesso Hildebrand)
L'udienza di Platini - a porte chiuse - è durata tre ore. E, dice il suo avvocato all'agenzia francese Afp, «tutto è andato molto bene». «Il mio cliente - ha aggiunto Nellen - ha risposto a tutte le domande che gli sono state poste e ha spiegato come andarono le cose, raccontando la verità su quel pagamento di due milioni. Ora ci aspettiamo che nei prossimi giorni ci siano più testimoni, ma non c'è nulla che temiamo, perché diranno la verità e il pubblico ministero potrà constatare di persona che non c'è stato nulla d'illegale in quel pagamento».