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Arbitri poco coerenti e regole assurde

Su ogni campo dei maggiori campionati nazionali si assiste a strane interpretazioni di un regolamento che, di per sé, sarebbe già piuttosto rivedibile

4 febbraio 2025
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In due partite del weekend, a Chiasso e Massagno, ci sono state due situazioni simili e particolari: l’espulsione di J’aiamoni Welch-Coleman, top scorer del Pully, e di Eric Nottage dell’Olympic. I motivi? Reiterate proteste per la prima e proteste per il secondo dopo un tecnico che poteva essere già un’espulsione, vista la reazione di Nottage contro Morgan. Eppure, sia Balletta al Palapenz sia Novakovic e Boskov a Nosedo avevano avvisato i protagonisti che alla prima intemperanza sarebbe scattato un altro tecnico. Addirittura a Chiasso, prima della pausa, l’arbitro aveva spiegato al coach ospite che la sua giocatrice era a rischio, visto il continuo lamentarsi.

E se nella partita del Riva non ci sono state particolari reazioni dell’allenatore Güngör, a Friburgo, more solito, apriti cielo! Lesa maestà, eccome no! In riva alla Sarine sono poco abituati a subire simili affronti perché il loro mondo è e deve essere sempre protetto e, soprattutto, tollerato. Già in finale di Swiss Basketball Cup a Montreux, Nottage aveva avuto reazioni spropositate e aggressive per un fallo subito. Lì Novakovic aveva scelto una strategia più tollerante, forse perché contestualizzata a una Finale. La reazione del giocatore a Nosedo poteva anche essere da subito un’espulsione ma, sulla stessa lunghezza d’onda adottata a Montreux, si è cercato la soluzione meno drastica.

Viene da ridere pensando che, finora, proprio a Nosedo sono fioccati tecnici a tutto spiano, complici le intemperanze di alcuni giocatori che, per ora almeno, sembrano aver capito che il danno per la squadra è maggiore rispetto alla decisione arbitrale. Un esame serio di quanto successo sinora in campionato, e vale per tutte le squadre, può evidenziare come le bufale dei fischietti siano state davvero poche per rapporto al contesto.

Legata a queste considerazioni, dobbiamo farne una tecnica: è incredibile come, a livello maschile ma soprattutto femminile, vi sia in ogni partita una marea di palle perse. E non parlo di pressing asfissiante che presuppone una forza mentale e tecnica che potrebbe fare la differenza, portando l’avversario all’errore: intendo palle perse soprattutto nei passaggi, dove uno dei fattori tecnici fondamentali è proprio che chi riceve non deve essere la bella statuina, ma l’atleta dinamico che va incontro alla palla, evitando di venire anticipato. Non solo, potrebbe anche beneficiare del fallo di chi lo potrebbe urtare nella ricezione. Sono cose che si insegnano sin dai primi passi e non è concepibile che si ripetano costantemente.

Un altro aspetto poco usato è il velocizzare i passaggi quando c’è una forte pressione avversaria, anziché palleggiare in cerca del fallo. Lo abbiamo visto più volte con nefasti risultati perché, specie in certi finali punto a punto, la tolleranza arbitrale spesso si alza e quindi certe infrazioni lievi sono più tollerate. Ciò che invece è intollerabile è la regola per cui se si fa fallo su un giocatore lanciato a canestro, non si fischia sia se l’azione si conclude con esito positivo sia se sbaglia. Una cosa illogica che può permettere a qualcuno di fare più di 5 falli e rimanere in campo. Se questo è equo, significa che un fallo è compensato da un canestro, il che è un’idiozia… legale.