La realtà è quella di un campionato a nove squadre con più retrocessioni volontarie che promozioni. Occorrono aiuti concreti alle società
È proprio vero che i ricorsi storici sono immortali e tornano a ogni piè sospinto o quasi. Durante la Domenica sportiva alla Rsi di domenica, il presidente della Federazione svizzera, Andrea Siviero, è intervenuto nel dibattito fra i due presidenti della serie A maschile, Alessandro Cedraschi dei Lugano Tigers e Fabio Regazzi della Spinelli, parlando dell’impegno che la Federazione deve profondere per ridare al basket una concreta visibilità e uno slancio per riconquistare spazi e interessi che, tradotti in parole povere, stanno a significare possibili sponsor.
Purtroppo sono frasi che sentiamo da una vita o due, come quelle di coinvolgere di più la Svizzera tedesca e di dare un nuovo impulso al settore giovanile. Tutte parole che vanno a cozzare con la triste realtà che vede ogni anno o quasi, squadre ritirarsi. Piazze utili alla propaganda come Swiss Central e Boncourt, squadre storiche come Vevey e via dicendo: e questi ritiri, solo negli ultimi due anni. Il fatto è che oramai da sei stagioni non ci sono più retrocessioni, perché le squadre si “retrocedono” da sole fino alla Prima o alla Seconda divisione e non ci sono che sporadiche “promozioni” in serie A, non per nulla quest’anno si gioca con sole 9 squadre. Cosa possano pensare gli sponsor di un campionato che si riduce a un lumicino o quasi, dove non ci sono soldi per dare seguito a una promozione acquisita sul campo, è abbastanza semplice: soldi sprecati. È triste doverlo dire e qualcuno, come al solito, anziché riflettere su questi aspetti, se la prenderà con chi dice le cose come stanno, dandogli del disfattista. Se ne parlo, e non da oggi, è proprio perché credo nella bellezza di questo sport e nel suo valore sociale, come tutti gli sport che convogliano giovani sui terreni da gioco. Ma le società arrancano perché ci sono una marea di fattori che concorrono a limitare le operazioni. Strutture adeguate, che però ci si arrangia a trovare, aiuti dei volontari che sono la base dei club, diciamo parte della linfa, ma mancano le finanze. Siviero dice chiaramente che occorre entrare nel merito: io comincerei dal fatto che per qualche stagione si riducano le tasse che le società devono pagare per gli arbitraggi e i commissari, attingendo ai fondi di cui Swiss Basket dispone. Sarebbe un primo concreto aiuto a quei club che fanno fatiche immense. Inoltre, si potrebbe dare un maggior sostegno ai settori giovanili che alle società costano non poco benché agli allenatori vengano dati degli oboli più che dei seri contributi. E poi incentivare il pubblico a seguire la propria squadra, cosa che spetta ai club che hanno magari duecento ragazzi nel settore giovanile e quattro genitori che seguono, con i figli ovviamente, una partita di basket. Se non ci si dà una mossa, fra pochi anni avremo un campionato a sei squadre e allora sì ci sarà da chiedere ospitalità in qualche altro campionato.
Domani (19.30) la Spinelli sarà di scena a Basilea per gli ottavi di Coppa Svizzera. Una partita campale per una squadra che rincorre il sogno della Coppa da sempre e dove sinora non l’ha mai spuntata. Oggi, più di ieri, è certamente un quiz di non facile soluzione, considerato le sconfitte che hanno accompagnato Mladjan e compagni in questo ultimo mese. Concediamo pure le due contro l’Olympic, squadra fuori quota per il nostro campionato, visto che la seconda in classifica, Ginevra, ne ha presi più di 20 sul groppone in casa propria, mettiamoci pure anche Ginevra per le assenze di Dusan e Koludrovic, ma chiaramente le batoste contro Neuchâtel e Nyon non sono state bocconi digeribili.
«Dobbiamo rimetterci in carreggiata – dice coach Cabibbo –, e ritrovare un maggior gioco d’assieme. Abbiamo visto come non facciamo più le cose assieme, ma ci perdiamo in individualità senza costrutto. Gli infortuni non ci hanno aiutato, è vero, però non sono sufficienti a giustificare certe prestazioni. Va ritrovato lo spirito di squadra e una coesione a tutto campo».
Già, perché se si perde stasera, in questa gara da dentro o fuori, le cose potrebbero diventare veramente toste.