TIRI LIBERI

Modifica del calendario, una decisione dagli esiti nefasti

Si è voluto favorire il 3x3 con la conseguenza di intasare il programma e costringere squadre di semiprofessionisti a tour de force senza senso

Marcus Hammond, spesso il migliore proprio perché arrivato soltanto a gennaio

Sia in campo maschile, sia in quello femminile, si possono trarre nefaste conclusioni, ampiamente pronosticate, relative al cambiamento di calendario per favorire il 3x3 che ha, nell’obiettivo della partecipazione alle Olimpiadi di Parigi, il motivo di tali situazioni. In fondo, non ce ne voglia nessuno, sarebbe bastato favorire la squadra di Losanna e lasciare che fossero quegli altri tre o quattro giocatori fuori dal team a decidere se fare il campionato o prepararsi alle sfide di qualificazione del 3x3, per non creare il caos. Perché, piaccia o meno, la situazione di queste ultime tre o quattro settimane è stata sotto gli occhi di tutti: un intasamento di partite in calendario, con squadre obbligate a tour de force senza senso, proprio nella fase più calda della stagione che è quella che porta ai playoff. Qualcuno dirà che i punti contano a ottobre come a marzo, però se si hanno delle date con scadenze regolari è un conto, se improvvisamente ho un intasamento, tutto cambia. Lo diciamo da sempre che la maggior parte delle società di Serie A, che dovrebbero essere le meglio strutturate, non ha professionisti al cento per cento, ma solo tre, quattro, cinque giocatori. La maggioranza ha giocatrici e giocatori che lavorano part time o studiano e quindi i loro ritmi abituali sono settimanali. Non sono pochi quelli che hanno scelto le leghe inferiori perché impossibilitati a giocare in settimana. Inoltre si ha, collateralmente, una perdita di pubblico, che è già poco, e una carenza di allenamenti, oltre ovviamente a tempi di recupero inadeguati. Siamo in Svizzera e se siamo in basso al ranking mondiale ed europeo significa che non abbiamo né un movimento, né strutture societarie, né spazi adeguati a un professionismo a 360°. Però si arriva a un mese dalla fine della terza fase, già di per sé inutile, a creare ulteriori problemi e a sovraccarichi che la maggior parte delle società non è in grado di gestire in maniera adeguata. Proprio perché non ci sono giocatori professionisti a sufficienza per garantire tali operazioni.

Se prendiamo le nostre squadre, possiamo dire che Massagno si trova nella categoria delle elette perché ha una struttura molto vicina al professionismo totale, con solo qualche giocatore che è impegnato in tempi parziali di lavoro e nello studio. Ma società come il Riva in A femminile e il Lugano attuale non hanno che le straniere e gli stranieri come professionisti, più Warden a Lugano e stop. È chiaro che se gli stranieri stanno in campo quasi sempre per oltre 35 minuti a gara e, spesso arrivano a 40, a un certo momento del finale di stagione, le forze diminuiscono. I cali evidenti palesati da Hunter e Bell nell’ultimo mese ne sono la più chiara evidenza, dove la volontà non è certamente mai mancata, ma le forze fisiche e anche mentali, certamente sì. Basta un confronto delle statistiche fra l’oggi e qualche mese addietro per averne conferma. Lo stesso può valere per i bianconeri, dove il migliore delle ultime gare è quell’Hammond che è arrivato a gennaio e quindi ancora fresco o, perlomeno, non spremuto come Battey e Sampson. Sono convinto che alcune recenti sconfitte siano proprio il frutto di questo campionato, falsato da un calendario improprio, che ha tolto non poco a molte compagini in campo, compresa la loro presenza ai playoff, anche se i bianconeri hanno ancora un lumicino di speranza per risultati quasi da fantabasket.

Una sfida che vale il secondo posto

Spinelli - Vevey di mercoledì, a Nosedo alle 19.30, vale la seconda poltrona in campionato. Persa la prima sfida per soli 3 punti, 69-66, la Sam aveva vinto in casa con un +18, 97-79. Stavolta si gioca quella poltrona che dà diritto ai quarti ed eventualmente in semifinale ad avere tre gare su 5 in casa. Un vantaggio non indifferente che Gubitosa vuole sfruttare al massimo. Domenica, dopo il derby, nell’intervista Rsi si diceva soddisfatto della prestazione dei suoi al di là degli oltre 80 punti subiti. Quello della difesa rimane un po’ il tallone d’Achille di questa squadra che non sempre mette in campo tutte le energie necessarie per complicare la vita all’avversario di turno. È ovvio che in una sfida come quella di mercoledì, al pari di quella contro l’Olympic, ha un peso ben diverso, anche se in palio ci sono pur sempre solo due punti. Il rientro di Dunans ha dato maggiori soluzioni in attacco, mentre l’ingaggio di Ballard ha portato un’energia diversa sotto i tabelloni: lo si è visto anche nel derby dove l’americano è andato a prendersi non pochi rimbalzi offensivi, cosa peraltro non impossibile contro i bianconeri, è vero, ma con una dinamica che i suoi compagni non hanno. “Brontolone” Clanton rimane un punto di riferimento fondamentale nel contesto della squadra e, se pensiamo a una sfida diretta contro Dubas questa sera, un’arma che può essere decisamente letale. Se poi Dusan Mladjan dovesse avere ancora una serata da sogno come domenica, per la Spinelli la via al secondo posto non dovrebbe conoscere ostacoli, purché in campo ci vada con la testa e con quella determinazione che l’ha messa al secondo posto in campionato.