Dall’assurdità di una fase a orologio basata sulla classifica della scorsa stagione a una Coppa Svizzera che produce palestre vuote
Per chi non lo sapesse, si giocano gli ottavi di Coppa Svizzera, denominata Patrick Baumann Cup. I nuovi dirigenti dovrebbero dedicare la Baumann Cup alla SB Cup che ha preso il posto della defunta SB League (Lna) Cup. Purtroppo defunta, perché la Ligue Nationale era una parte fondamentale del basket e riusciva a definire meglio esigenze e programmi, della serie A in particolare, oltre ad avere una coerenza di fondo che manca oggi, dava sicurezza ai club. Basti pensare che fra due settimane saranno definiti gli accoppiamenti per la Sb Cup in funzione dalla graduatoria a fine girone d’andata, mentre per la fase a orologio, vale a dire la terza fase, è già tutto deciso sulla base della classifica finale della… scorsa stagione. Un’assurdità e non credo proprio che una Lna avrebbe messo in cantiere un’idiozia simile che non ha niente di sportivo perché non tiene conto delle forze attuali o, per lo meno, della classifica alla fine dei due gironi, né del fatto che Vevey lo scorso anno non c’era ed è stato inserito arbitrariamente nel contesto. Sono anche queste cose che fanno storcere il naso a molti addetti ai lavori e che non sono certamente il modo migliore per propagandare questo sport, in netto declino rispetto ad altre discipline. Si diceva all’inizio della Coppa Svizzera che tra ieri, oggi e la prossima settimana propone sfide di "altissimo livello": Meyrin - Ginevra, Union Riviera Basket - Lugano, Bären Kleinbasel - Spinelli, Arlesheim - Neuchâtel, oltre a quattro sfide fra compagini di A. Il fascino della Coppa, si dice da una vita: ma noi di fascino ne vediamo poco in palestre già vuote o quasi quando si giocano gare della massima serie, immaginiamoci per compagini di Prima divisione e serie B. L’ostinazione con la quale non si vogliono affrontare le vere necessità del nostro basket ci porterà a fondo del tutto. I progetti che si sono implementati in questi decenni sono naufragati perché, dal momento che non se ne conoscono i risultati, significa che nessuno è in grado di dire che successi hanno ottenuto. Ora avremo un nuovo responsabile, ma non si sa con quali criteri vorrà affrontare questo marasma globale.
"Il calcio svizzero – come rileva l’opinionista Alberto Cerruti sulla Gazzetta di martedì – nel 1994 stabilì di investire nei settori giovanili, con sovvenzioni per retribuire allenatori professionisti, per migliorare il livello dei ragazzi prima del loro passaggio nei club più importanti: 14 club riservati ai giovani dai 15 ai 17 anni nei vari cantoni, con formatori professionisti, obbligo di restare in Svizzera e inserimento nelle squadre di serie A. Progetto che ha fruttato il titolo mondiale U17 nel 2009, fulcro della nazionale maggiore…"
In Svizzera, non in Francia o Spagna. Quindi, quando i progetti hanno una solidità di fondo e non l’intuizione di un mattino, possono dare risultati. Quelli del basket sembrano spesso usciti da un… incubo.