Alla vigilia dell’ultima partita mancano gli ultimi due tasselli nella griglia dei playoff. E Rodgers è diventato il quarterback più placcato della storia
Quando al termine della regular season mancano appena 60 minuti di football, soltanto due caselle rimangono aperte nella griglia dei playoff: una nella Afc, una nella Nfc. Tuttavia, la 18ª giornata della National Football League potrà avere ripercussioni sulle gerarchie ai massimi livelli, in particolare con la sfida tra Detroit e Minnesota, sfida che metterà in palio la prima posizione nella Nfc e, di conseguenza, la possibilità di evitare il turno di wildcard (la perdente scenderà addirittura al quinto posto nella graduatoria di Conference e perderà il diritto di disputare in casa la prima partita dei playoff).
Nella Afc sono ancora tre le squadre implicate nella lotta per l’ultimo posto disponibile nella post season: Denver, Miami e Cincinnati. Per prolungare la stagione, ai Broncos basterà vincere l’ultima partita: affronteranno Kansas City, numero uno del ranking, ma i Chiefs hanno già fatto sapere di voler lasciare a risposo molti pezzi da novanta, per cui un successo della squadra del Colorado, guidata da un Bo Nix in costante crescita, non è da escludere, a maggior ragione ai 1500 metri d’altitudine del Mile High Stradium. Miami, molto probabilmente senza l’infortunato quarterback Tagovailoa (in quattro stagioni ha disputato una media di 12,8 partite, troppo poche per un “franchise Qb”), dovrà superare i New York Jets, disillusi dopo la constatazione del fallimento dell’operazione Rodgers, e sperare nella vittoria di Kansas City, mentre Cincinnati dovrà innanzitutto battere Pittsburgh e poi puntare sulla sconfitta di Broncos e Dolphins. Percentuali alla mano, al momento attuale Denver ha l’85% di possibilità di accedere alla post season contro il 10% di Miami e il 5% di Cincinnati. Oltre all’ovvio obiettivo di prolungare la loro stagione, i Broncos nutrono un motivo in più per chiudere la porta in faccia a Miami: vendicare l’umiliante sconfitta del 24 settembre 2023, quando all’Hard Rock Stadium erano stati battuti addirittura 70-20. Se quella di domenica, come sembra, dovesse essere la loro ultima partita, per Miami e Cincinnati la stagione rasenterebbe il fallimento e potrebbero aprirsi le porte di un rimpasto a livello dirigenziale: in Florida già si parla di un possibile siluramento del general manager Chris Grier e c’è chi evoca la necessità di chiudere anzitempo il capitolo Tagovailoa, troppo spesso infortunato, e puntare tutte le carte su un nuovo quarterback nel prossimo draft. Nell’Ohio, per contro, si recrimina su un inizio di stagione disastroso (1-4), nonostante la presenza di Burrow, Chase e Higgins in attacco (ha pesato la partenza del runner Mixon), ma con una difesa tutt’altro che irreprensibile.
Nella Nfc, invece, il duello è tra Tampa Bay (88%) e Atlanta (12%) per il controllo della South Division. I Buccaneers ospiteranno New Orleans, i Falcons riceveranno la visita di Carolina. Sulla carta, due vittorie casalinghe che favoriranno la compagine della Florida.
A 60 minuti dal termine, gli accoppiamenti per il turno di wildcard sarebbero i seguenti (Kansas City e Detroit esentati): Philadelphia - Green Bay, Tampa Bay - Minnesota e Los Angeles Rams - Washington nella Nfc, Buffalo - Denver, Houston - Pittsburgh e Baltimore - Los Angeles Chargers nella Afc.
Gli annuari della Nfl traboccano di statistiche e di record da battere e noi ne vogliamo proporre due. Il primo riguarda Myles Garrett, uno dei pochi (pochissimi) sprazzi di luce nella desolazione decennale dei Cleveland Browns. Grazie ai due sack messi a segno domenica scorsa contro Miami, il defensive end numero 95 è diventato il primo giocatore della storia a contabilizzare quattro stagioni consecutive con più di 14 sack (16 nel 2021 e nel 2022, 14 nel 2023 e 14 migliorabili nel 2024). Non c’erano riusciti giocatori mitici quali Reggie “The Minister of Defense” White, Bruce Smith, Jason Taylor o Michael Strahan, tutti per altro protagonisti in seno a squadre vincenti, ci è riuscito Garrett che a Cleveland continua a predicare nel deserto.
L’altro dato statistico riguarda Aaron Rodgers, futuro Hall of Famer. Il quarantunenne regista dei New York Jets è diventato il quarterback con il maggior numero di sack sulle spalle nell’intera storia della Nfl. L’ex stella di Green Bay, in carriera è stata placcata la bellezza di 568 volte in 247 partite. E una volta tanto ha dato prova di un certo senso dell’umorismo, dichiarando che «almeno in questo ho fatto meglio di Tom Brady». I quattro sack subiti domenica da Buffalo gli hanno infatti permesso di superare il più grande di tutti, fermo a quota 565, per altro in 335 partite. Tra i giocatori ancora in attività, spiccano i 556 placcaggi ricevuti da Russell Wilson che però di anni ne ha appena 36 e di partite ne ha disputate “soltanto” 198.
Andando a spulciare tra i grandi nomi del passato e di chi in Nfl continua a giocare nonostante l’età, come Rodgers e Wilson, a essere messo peggio è proprio l’ex Seattle e attuale leader di Pittsburgh, con 2,80 sack a partita, davanti a Rodgers (2,29), a John Elway (2,23) e a Ben Röthlisberger (2,22). Non è invece un caso se ad aver avuto la vita più comoda siano stati Dan Marino (1,11) e Peyton Manning (1,16), quarterback poco, anzi per nulla mobili, ma dal rilascio rapidissimo grazie al quale hanno costantemente saputo evitare la pressione delle difese avversarie. Senza dimenticare l’importanza dalla protezione fornita dalla linea offensiva: a Miami, ad esempio, Marino poteva contare su mostri sacri del calibro di Dwight Stephenson, Keith Sims o Richmond Webb, mentre Manning a Indianapolis aveva a disposizione uno come Jeff Saturday. Per quanto riguarda gli altri grandi al di sotto dei due sack a partita, troviamo Drew Brees (1,46), Tom Brady (1,68) e Brett Favre (1,73). Per quanto riguarda i principali quarterback in attività, detto di Rodgers e Wilson, in classifica spiccano i nomi di Joe Burrow (2,82), Matthew Stafford (2,26), Joe Flacco (2,11), Dak Prescott (2,09), Lamar Jackson (1,88), Jared Goff (1,84), Tua Tagovailoa (1,81), Josh Allen (1,71) e Patrick Mahomes (1,64).