Il Circo bianco si appresta a ritrovare l'otto volte vincitore della generale, ritiratosi nel 2019. Per il solo piacere o per battersi con i migliori?
Il ritorno di Marcel Hirscher nel Circo bianco è accompagnato da diversi punti interrogativi. Soprattutto sul perché del suo ‘comeback’: a spingerlo è davvero prima di tutto il piacere, come ripete in ogni intervista, oppure l'austriaco (che correrà con i colori dell'Olanda, Paese d'origine di sua madre) ha ancora fame di successi?
Hirscher non è ancora convinto di essere pronto per il gigante di apertura della Coppa del mondo a Sölden (domenica 27 ottobre). Gli piacerebbe essere al cancelletto di partenza, ma non ha ancora deciso. Non può e non vuole ancora annunciarlo.
Una volta appresi (temporaneamente) gli sci al chiodo, l'otto volte vincitore della Coppa del mondo si è reinventato imprenditore, con una sua propria marca di sci. Conservando però quelle caratteristiche che gli avevano permesso di primeggiare sulle piste: meticolosità , cura per il dettaglio e la costante ricerca del progresso.
E ora, sarebbe dunque solo il piacere di sciare a spingerlo a ripresentarsi al cancelletto di partenza? Un modo per rilassarsi dallo stress quotidiano a cui è sottoposto un produttore di sci? Il suo spiccato spirito competitivo e la sua voglia di primeggiare in ogni gara che l'avevano sempre caratterizzato passeranno davvero in secondo piano? Una teoria alla quale, di primo acchito, risulta difficile credere. Tanto più che lo stesso Hirscher dice di non essere ancora pronto per la nuova stagione.
Se davvero fosse solo il sentimento del puro divertimento ad animarlo, la sua condizione fisica e il livello di adattamento della sua attrezzatura dovrebbero essere sufficienti per permettergli di gareggiare già a Sölden. Ma, appunto, la dichiarazione ribadita più volte dall'otto volte vincitore della classifica generale di non iscriversi a una gara per arrivare quindicesimo sembra suggerire tutt'altro.
D'altro canto le previsioni degli ex concorrenti, secondo cui Hirscher possa tornare a battersi per le primissime posizioni, lasciano pure loro adito a dubbi. Punti interrogativi che, appunto, troveranno risposta solo dopo la sua prima gara quest'inverno.
Keystone
Una scena vista e rivista più volte nel Circo bianco
Forse Hirscher non è più quell'atleta implacabile, affamato di vittorie, medaglie e trofei. E forse non può nemmeno più esserlo. Cinque anni di assenza hanno lasciato il segno sul miglior sciatore del ventunesimo secolo. Forse farebbe bene a guardare al suo ritorno alle competizioni da una prospettiva diversa, a staccarsi dai suoi successi e a fare tabula rasa.
Solo Hirscher sa se è pronto per questo, oppure no. Quando ha parlato, dopo un ritiro in Nuova Zelanda, del primo passo del lungo cammino che deve ancora percorrere per ritrovare anche solo un po' del suo livello precedente, è stato chiaro che non ha ancora messo il punto finale alla sua prima carriera. È evidente che la serietà delle implicazioni al ritorno alle competizioni sia ancora troppo marcata affinché il fattore piacere possa diventare il fulcro di tutto, anche nel suo cuore.
I piani di Hirscher si concentrano su una stagione, almeno per il momento. Ma non escludono del tutto l'opzione di andare oltre. «Mai dire mai», dice il diretto interessato. Ancora una volta, lascia spazio alle speculazioni. Un ritorno di successo potrebbe essere un buon argomento in più per continuare oltre il prossimo inverno. Oltre al piacere, naturalmente.