Braathen è tornato per stupire. ‘Volevo piacere a tutti e ho scoperto che mi danneggiava. Il Circo bianco sarà migliore quando permetterà la diversità’
Lucas è pronto a tornare, un anno dopo aver annunciato a tutti il proprio ritiro dalle competizioni. Ma lo farà apponendo il cognome della madre di nazionalità brasiliana a quel Braathen con cui il ventiquattrenne di Oslo s’era fatto conoscere da tutti nel Circo bianco, arrivando a trionfare nella Coppa del mondo di speciale del 2023. «Sono uno showman» dice il norvegese che d’ora in poi gareggerà con i colori del Brasile, in un’attesa conferenza stampa organizzata a Sölden nello stesso giorno in cui si apprende che ufficialmente sarà al via anche l’austriaco Marcel Hirscher, ma con i colori dell’Olanda. «Ma non sono tornato semplicemente per partecipare: sono qui perché voglio essere il migliore».
L’appuntamento con i giornalisti è ai tremila metri del Gaislachkogel, in un ristorante gourmet, dove Lucas Pinheiro Braathen intrattiene il centinaio d’invitati sorseggiando una caipirinha accompagnata dal pão de queijo, polpette al formaggio tipiche dello Stato brasiliano di Minas Gerais («È il suo piatto preferito», rivela il cameriere), al termine di in una conferenza stampa piuttosto eccentrica, in cui lo slalomista cresciuto a Oslo si presenta con un berretto bianco in testa, indossando ampi pantaloni beige, uno spesso piumino e, sotto, una camicia verde scuro con maniche lunghe aderente. «Se sono qui è per il divertimento e per le emozioni che lo sci trasmette» dice Braathen, figlio di una donna originaria della regione di San Paolo e di un padre –aggiunge – «cresciuto nelle foreste norvegesi». Lui, che non ha certo lo stile tranquillo e riservato di molti dei suoi colleghi, un anno fa aveva deciso di averne abbastanza della rigidità delle strutture della Federsci norvegese, che a suo dire lasciava pochi margini di manovra agli atleti nel modo di vendersi. «Un anno fa, a Sölden, mi disse: ’Sono fuori’» rivela suo padre, Björn.
In un primo tempo, Lucas (Pinheiro) Braathen s’era messo in testa di dare sfogo alle altre sue passioni, che sono la musica e la moda, prima di rendersi conto «di essere migliore come sciatore, che come modello». Adesso che è tornato, dice di voler essere come un Dennis Rodmann del basket o un Ronaldinho del calcio, cioè un folle artista geniale. E i suoi sponsor gli hanno srotolato il tappeto rosso sotto i piedi: infatti nel team Pinheiro ci sono tre allenatori, uno skimen, un responsabile marketing, un addetto ai contenuti foto e video e un manager, che è suo padre.
E lui, assecondando il ‘mood’, quando apre bocca lo fa per colpire. «Voglio scuotere il mondo dello sci, voglio renderlo più moderno, rendendolo più ‘rock n’ roll’ – spiega –. E vorrei anche incorraggiare i brasiliani a sciare. Anzi, vorrei creare un’armata di sciatori brasiliani».
Anche perché, secondo il norvegese nelle cui vene scorre anche la samba, il Circo bianco ha bisogno di maggior eterogeneità. «Penso che lo sci migliorerà soltanto quando permetterà una maggiore diversità. Per tutta la vita ho cercato di integrarmi, cercando di piacere a tutti, e mi ci sono voluti diciotto anni per capire che questo mi danneggiava. Puoi essere chiunque e qualsiasi cosa tu voglia essere». Al grido di ‘segui i tuoi sogni e realizza te stesso’.