Il 22enne luganese conquista il titolo mondiale. E rilancia l'appuntamento con i CrossFit Games
Lo avevamo incontrato a fine maggio. Quando era partito alla volta di Berlino con un sogno: quello di staccare il biglietto per la finale dei CrossFit Games di Madison, nel Wisconsin. Obiettivo «forse un po’ troppo ambizioso visto che è la prima volta che riesco a qualificarmi per la semifinale continentale», ci aveva confidato lo stesso Colin Bosshard prima di partire alla volta della capitale tedesca. Alla prova dei fatti, però, quel biglietto per il Wisconsin il 22enne luganese (ora ‘trapiantato’ a Berna per motivi di studio) c’è mancato davvero poco che lo staccasse per davvero. «E ci riproverò di certo, con ancora più convinzione – tiene subito a sottolineare Colin Bosshard –. Anche nel 2024, così come per questa stagione che volge ormai al termine, il mio obiettivo principale saranno i CrossFit Games, che l'anno prossimo si svolgeranno in Texas nella prima metà di agosto. Imposterò ancora una volta il mio lavoro in palestra in funzione di questa scadenza e delle tappe che la precederanno, cominciando dagli Open. Il primo quarto dei classificati (il 25%) sarà poi ‘promosso’ ai quarti di finale. I migliori 40, a loro volta, si ritroveranno nella semifinale europea, da cui usciranno i nominativi che spiccheranno il volo per il Texas (ancora da definire il contingente europeo che sarà ammesso ai CrossFit Games)».
Il 2024, a ogni buon conto, sarà un anno impegnativo anche fra i banchi dell'università per lui: «Se tutto va secondo i piani l'anno prossimo dovrei conseguire il bachelor, per cui dovrò darmi da fare anche con lo studio». E come sta andando in quel campo? «Come in tutte le cose, devi trovare l'equazione che ti permetta di far stare tutto in equilibrio. Non è ovviamente facile, ma lo vedo come un'altra sfida. E poi diciamo che le due cose sono complementari: dopo tanto lavoro di testa, la palestra è l'ideale valvola di sfogo per il fisico. E viceversa».
Tra la scorsa fine di primavera e il futuro prossimo, c’è però un altro capitolo della vita sportiva di Colin Bosshard che val la pena di raccontare. Ed è quello che lo porta dritto dritto sul gradino più alto del podio dei Mondiali di Functional Fitness: una consacrazione ottenuta lo scorso weekend a Oslo. «In sé, dal lato puramente sportivo, il Functional Fitness è una disciplina moto simile al CrossFit. Si differisce però, in particolare, negli aspetti organizzativi. A cominciare dal fatto che per poter partecipare alle competizioni, nel Functional Fitness è imperativo essere affiliato a una società, mentre nel CrossFit chiunque può iscriversi, senza obbligo di appartenenza a un club». In Norvegia, dunque, il ticinese ci è andato con lo Swiss Functional Fitness, unica società a livello nazionale a disputare questo genere di competizioni. Ma come ci sei arrivato a Oslo? «Campionati svizzeri, che sono andati in scena il 24 e 25 giugno a Soletta. Complessivamente eravamo una trentina di uomini e altrettante donne in lizza per il titolo nazionale». Titolo che, appunto, finisce nella bacheca del ticinese: pochi giorni dopo essere stato costretto a digerire lo smacco per non essere riuscito a staccare il biglietto per Madison, Colin Bosshard si rifà alla grande salendo sul gradino più alto del podio a Soletta. «Beh, modo migliore per ripartire, sotto questo punto di vista, davvero non c'era. Diciamo che ogni stagione il mio focus resta il CrossFit, ma non disdegno nemmeno le competizioni di Functional Fitness. Per cui, sfumato il sogno della finale americana, ben volentieri ho riorientato le mie ambizioni su questa disciplina e queste gare. Il titolo iridato conquistato in Norvegia lo vedo come un ‘premio di consolazione’ o come uno di ‘ripiego’, ma lo reputo un primo importante passo nella direzione giusta. Del resto, che pure in questa disciplina potessi fare bene anche al di fuori dei confini nazionali l'avevo capito già in occasione degli Europei di Functional Fitness di Budapest, disputati a inizio giugno (a cui a rappresentare la Svizzera eravamo in quattro: due uomini e due donne), dove, malgrado sia stato costretto a gettare la spugna nel penultimo Workout a causa di un crampo, sono pur sempre riuscito a piazzarmi terzo».
A Oslo, come ai Campionati svizzeri e agli Europei, la competizione si componeva di sei programmi (o ‘Workout’). Nell'ordine: Cardio, Forza, Bodyweight, Skill, Mixed e Power. A determinare la classifica finale è poi stata la somma dei punteggi ottenuti in ogni singola categoria. Somma che, a conti fatti, fra la cinquantina di pretendenti qualificatisi per questa finale iridata, ha appunto decretato il ticinese quale nuovo campione mondiale della specialità, davanti al norvegese Morten Rasch Arnesen e allo svedese Victor Ljungdahl. Te lo aspettavi che sarebbe finita così, ossia con la medaglia d'oro al collo? «Sapevo che a Oslo il podio era alla mia portata e che, non da ultimo, qualche chance di vincere ce l'avevo pure io. Ma tra il dire e il fare ci sono sempre di mezzo moltissime incognite e, non da ultimo, avversari pure loro con ottime credenziali e le stesse ambizioni. Per cui il risultato finale non può che riempirmi di gioia e orgoglio. Non lo sarà stato in ogni uso dettaglio, visto che qualche sbavatura l'ho pur sempre commessa nei singoli Workout (penso in particolare al secondo test e a quello conclusivo), nel suo complesso sì, quello che vissuto a Oslo è davvero stato un weekend ottimamente riuscito».
E ora? «Adesso, come detto, torno a lavorare in funzione della stagione di CrossFit, che comincerà a febbraio».