SWIMRUN

Tra crampi e nausea, arriva la medaglia di bronzo

Ai Mondiali Ötillö, Sabina Rapelli ha chiuso al terzo posto nonostante un'intossicazione alimentare che ha colpito numerosi atleti

13 settembre 2023
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Si può essere delusi dopo aver conquistato una medaglia di bronzo a un Mondiale? Difficile. Tuttavia, si può lasciare il campo da gara con un leggero retrogusto amaro in bocca, certi che la competizione avrebbe potuto avere un esito migliore. È successo proprio questo a Sabina Rapelli, reduce dai Campionati del mondo di swimrun, svoltisi nell’arcipelago tra le isole di Sandham e Utö. La ticinese ha lasciato la Svezia con un terzo posto nella categoria donne, in compagnia della francese Eugenie Plane, in una gara vinta dalle svedesi Hellström/Andersson, davanti alle connazionali Eriksonn/Skörbratt… «Un pizzico di rammarico rimane – conferma Sabina Rapelli –. Purtroppo, ho dovuto fare i conti con un problema di salute che ha condizionato in maniera pesante la mia prestazione. Per onestà di cronaca, anche altri atleti hanno avuto gli stessi sintomi, per cui mi immagino che alla base ci possa essere stata un'intossicazione alimentare o un virus intestinale. La sera prima della gara, infatti, la cena è offerta dagli organizzatori, per cui è uguale per tutti i partecipanti. Il fatto che così tanti ragazzi e ragazze abbiano presentato gli stessi sintomi, mi fa pensare a un problema a livello di alimentazione, per quanto non ne possa avere la certezza. È altresì vero che, dal profilo sportivo, non ho molto di cui lamentarmi, in quanto abbiamo comunque chiuso con un ottimo terzo posto, in una categoria femminile che quest’anno era tra le più competitive delle ultime edizioni».

Resta la delusione per non essere riuscita a dare il cento per cento… «Arrivare a tagliare il traguardo è stata durissima. Ed è per questo motivo che sono delusa: ti prepari così a lungo e con tanta dedizione, poi per un inghippo del quale non sei responsabile, tutto il tuo lavoro viene rovinato. Da una parte sono contenta del terzo posto e di essere giunta al traguardo, dall’altra mi sarebbe piaciuto poter competere al meglio delle mie possibilità. Sono convinta che si sarebbe potuto ottenere un risultato migliore».

Il Mondiale Ötillö ha uno sviluppo di 75 chilometri, 65 dei quali a corsa e 10 a nuoto, lungo un percorso che attraversa 24 isole dell’arcipelago. Anche solo l’idea di poterli percorrere in precarie condizioni di salute merita un applauso… «Nel corso della prima ora, la situazione era piuttosto sotto controllo, per quanto sentissi che qualcosa non funzionava come avrebbe dovuto, anche perché mi sentivo estremamente affaticata e debole. Poi è iniziato il mal di stomaco che si è presto trasformato in crampi. Con il risultato che non riuscivo a correre, avevo la nausea e ho fatto una fatica d’inferno a chiudere la gara in 8h59’39”. Credo proprio che se si fosse trattato di una competizione in solitaria, non avrei avuto la forza mentale per arrivare alla fine. Se ce l’ho fatta è anche grazie all’aiuto della mia compagna, la quale non ha avuto il benché minimo problema di salute. Durante le tratte di nuoto, tutto sommato, la situazione era sotto controllo, ma nella corsa ho sofferto come non mai. Tra l’altro, non riuscivo ad alimentarmi e quando si è in competizione per nove ore, riempire il serbatoio delle energie è assolutamente indispensabile. Ho trascorso ore e ore a dirmi “adesso mi fermo, adesso mi fermo”, ma poi continui a mettere un passo davanti all’altro e vai avanti».

Nonostante crampi e nausea, la coppia franco-elvetica è riuscita a non mollare… «Abbiamo chiuso a meno di sette minuti dalla medaglia d’argento e a venti dall’oro. Non eravamo lontani: per quanto i distacchi possano apparire importanti, in una competizione così lunga sono davvero minimi. E per questo sono convinta che se fossi stata al 100%, ce la saremmo perlomeno potuta giocare fino in fondo. D’altra parte, fintanto che sono iniziati i crampi, eravamo al fianco delle due coppie svedesi».

Sabina Rapelli era tra le favorite per il successo finale. In giugno si era imposta nella Ötillö di Utö, in coppia con Eugenie Plane, mentre in luglio aveva fatto sua la tappa in Engadina, stavolta al fianco di Desirée Andersson, poi laureatasi campionessa del mondo.

Non è andata meglio al francese Alexis Charrier, compagno di Sabina Rapelli. In coppia con il connazionale William Even, è stato costretto al ritiro… «Ha avuto i miei stessi sintomi, ma molto più forti, tanto da vomitare e da sfiorare lo svenimento. Per una questione di sicurezza e per non andare incontro a maggiori pericoli nei settori in acqua, hanno preferito fermarsi. È stato un duro colpo per loro, ma sono convinta che Alexis abbia perso moltissime energie fisiche e mentali per un diverbio avuto con un’altra coppia, la quale in un tratto a nuoto ha più volte ostacolato lui e William, fino a far perdere ad Alexis una delle due palette che servono per mantenere una buona velocità. Di conseguenza, hanno perso terreno dai primi e sono poi stati costretti a forzare il ritmo sulla terraferma per cercare di recuperare. La rabbia per la scorrettezza subita, unita all’intossicazione alimentare ha fatto sì che le sue condizioni di salute peggiorassero oltre il limite dell’accettabile».

I programmi futuri portano in Francia… «Il 14 ottobre, a Cannes disputerò la tappa conclusiva dell’Ötillö, il mio ultimo appuntamento della stagione. Per quanto riguarda il prossimo anno, ancora non so se tornerò a gareggiare con Alexis: di sicuro, dopo lo smacco subito a questi Mondiali, vorrà rifarsi nella categoria maschile. Staremo a vedere».

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