Retrocessa al quarto posto per aver disturbato la tedesca Maier nella finale dei Giochi, la vodese sale sul podio. Ma quella medaglia le tocca dividerla
C’è voluto quasi un anno, ma alla fine Fanny Smith può stappare lo champagne: relegata al quarto posto ai Giochi di Pechino dello scorso febbraio, con l’accusa di aver disturbato la tedesca Daniela Maier nella finale olimpica dello skicross, la vodese alla fine fa un passo in più e torna sul podio. È l’esito dell’udienza davanti al Tribunale dello Sport di Losanna, dove le varie parti si sono presentate per trovare una soluzione amichevole, dopo che la Federazione internazionale di sci (Fis) aveva accolto il ricorso presentato dalla Svizzera, ma il Comitato olimpico internazionale si era rifiutato di modificare la graduatoria.
Ora che le due ragazze, Swiss-Ski, la Federsci tedesca, ma pure Swiss Olympic e il Comitato olimpico tedesco sono riusciti infine a trovare una soluzione, la disputa che andava avanti da mesi può finalmente considerarsi conclusa, ciò che permetterà soprattutto a Fanny Smith e a Daniela Maier di tornare a concentrarsi esclusivamente sulle competizioni. Le due ragazze hanno espresso soddisfazione per l’atteggiamento della Fis, che abbia capito l’eccezionalità della situazione, permettendo che si potesse arrivare a una soluzione presa per il bene dello spirito agonistico, mentre la stessa Federsci internazionale esprime la propria riconoscenza alle due sciatrici per i loro sforzi e la loro determinazione nella soluzione di un caso spinoso in uno spirito di fair play.
Per Fanny Smith, quello recuperato ieri è il secondo bronzo in carriera dopo quello ottenuto nell’edizione precedente dei Giochi, a Pyeongchang, nel 2018. Grazie al terzo posto della vodese, il bilancio definitivo della spedizione rossocrociata sale così a quota quindici medaglie, di cui 7 d’oro, 2 d’argento e 6 di bronzo, ciò che permette al nostro Paese di eguagliare il bottino conquistato quattro anni prima in Corea del Sud.