BASKET

La Sam torna in campo. Per provare a vincere

Fabio Regazzi e la Spinelli guardano ambiziosi alla nuova stagione. ‘L’anno scorso c’è mancato qual-cosa per arrivare a met-tere le mani su un trofeo’

’Non è importante come si sia caduti, importante è come ci si rialza’, dice il presidente
(Ti-Press)
22 settembre 2022
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La Spinelli Massagno si presenta ai suoi tifosi in una stagione 2022/2023 in cui annuncia di voler vincente almeno in una competizione. E dopo le parole introduttive del vice presidente Patrick Manzan, il sindaco Giovanni Bruschetti fa gli onori di casa, con un auspicio: «Il basket è un valore aggiunto per tutti i giovani che vanno in palestra e non in… strada. Il Comune è sensibile alle politiche sportive e negli ultimi 2 anni ha dato il doppio dei contributi alle società, proprio per aiutarli nella pandemia. Da 58 anni la SAM è una realtà positiva e le auguro di arrivare finalmente a un titolo».Poi, scaramantico, versa del sale sulla testa di coach Gubitosa e l’ha costretto a toccar ferro.

Molto più diretto, invece, il presidente Fabio Regazzi. «La scorsa stagione abbiamo sprecato più di una opportunità perché le sfide al vertice avevano dimostrato che non eravamo lontani dall’Olympic ‘pigliatutto’. Però ci è mancato sempre qualcosa per arrivare a mettere le mani su un trofeo. Partiamo quindi con questa consapevolezza e con tanta energia per arrivare fino alla fine. Non è importante come si è caduti quanto è invece importante come ci si rialza: quindi forza e coraggio».

È una Spinelli che sta mutando?

«Diciamo che è sempre importante rinnovarsi – continua Regazzi –. In società abbiamo perso alcuni personaggi storici che hanno dato molto alla Sam e che ringrazio per quanto fatto, così come do il benvenuto a chi inizia un percorso con noi. Vogliamo sempre avere un settore giovanile all’avanguardia e capace di crescere per approdare in prima squadra. Il basket fa parte del DNA del comune e il settore giovanile un fattore trainante».

Il budget stagionale?

«Per questa stagione abbiamo ridotto il budget perché diventa sempre più complicato trovare sostegni. Il problema economico del paese è parallelo a quello delle imprese, per cui i soldi per le sponsorizzazioni calano. Ci siamo adeguati contenendo gli investimenti a 690’000 franchi. Voglio ringraziare la Spinelli nostro ‘title sponsor’ da 4 anni, ma anche AEM, Banca Stato, Ennio Ferrari, Tertianum, Raiffeisen, La Mobiliare, Renzetti, CQ, Agustoni AIL, Donada, Fox Town, Tettamanti, Fresco, errea, l-Evento e 4itSolutions e tutti gli altri sostenitori. Senza di loro, si chiude».

Verso un nuovo ciclo con i giovani

Poi Patrick Manzan illustra i punti essenziali degli obiettivi stagionali nel settore giovanile: «Vogliamo iniziare un nuovo ciclo dopo gli importanti risultati ottenuti nei vari settori. Abbiamo due nuovi responsabili tecnici nel settore giovanile con Massimo Aiolfi e minibasket con Pierpaolo Manfré per una supervisione costante del programma strategico. Vogliamo trasmettere entusiasmo e passione nel Minibasket con un approccio ludico sportivo. Acquisire una qualità tecnica e agonistica in tutte le categorie giovanili grazie a un eccellente staff di allenatori. Cerchiamo nuove collaborazioni con Club del territorio, in particolare con AB Viganello Caiman e con una squadra in partnership (U16 nazionale e cantonale). Abbiamo le squadre che partecipano ai campionati nazionali U18 e U16 con un programma di lavoro secondo i parametri CPE Swiss Basketball, con l’obiettivo di portare i nostri giocatori al massimo delle loro capacità per poi lanciarli in prima squadra: un obiettivo che è sempre stato nel DNA del nostro club. Nel settore giovanile la società evolve tutte le categorie, dai 6 fino ai 20 anni, con i relativi campionati cantonali e con l’attività in ambito nazionale con la prima
Squadra, la U18 e U16 Nazionale: in totale 240 fra ragazze e ragazzi, 14 squadre con budget di 150’000 franchi.

IL COACH

La gioia di Gubitosa. ‘C’è un roster adeguato’

Con Robbi Gubitosa, al suo decimo anno sulla panchina massagnese, iniziamo invece dal roster. «Se sono contento del mercato? Sì, sono molto soddisfatto per le operazioni svolte in estate: prima di tutto per il ritorno come assistente di Salvatore Cabibbo che ci è mancato molto. Poi abbiamo un roster adeguato che mi garantisce allenamenti con i numeri giusti e rotazioni importanti perché è una panchina lunga e di qualità».

Cosa che la scorsa stagione era un po’ mancata.

Diciamo che tra infortuni e pandemia abbiamo svolto troppi allenamenti con 7, 8 giocatori e questi aspetti negativi li abbiamo pagati in più di una partita in fatto di amalgama e ritmo di gara per 40 minuti.

Un mese fa si parlava di soli due stranieri, e a oggi sono tre: il motivo?

Sono almeno due gli aspetti del cambiamento: il primo è che nelle amichevoli si è visto come la mancanza di un altro pivot di peso e di tecnica sia stato spesso un fattore negativo: il secondo aspetto è legato alla volontà di James di rimanere a Massagno e quindi di decurtarsi lo stipendio come abbiamo fatto con gli altri.

Nel roster torna il nome di Andjelkovic, il capitano per antonomasia: è pronto?

La grande volontà di Daniel l’ha portato a recuperare dai vari infortuni e operazioni: ora sta via via aumentando il carico di lavoro e spero possa darci qualche minuto importante. Al momento è difficile fare pronostici sul suo recupero definitivo, ma certamente sapere di averlo è una gran bella cosa. Vedrò d’impiegarlo anche col contagocce, consapevoli entrambi che un altro infortunio sarebbe la fine. Ma ci contiamo tutti, soprattutto lui.

Come vedi la stagione tenendo conto delle avversarie?

Siamo da primi quattro posti, almeno sulla carta. Oltre all’Olympic, penso che Ginevra stia tornando quello di due anni fa, visti gli ingaggi di Colon e Anabir, e il Monthey che mi sembra ben quadrato. Poi credo che i cugini possano far bene, visto gli acquisti fatti. Ma è comunque presto per fare valutazioni, anche perché non tutte hanno quattro stranieri, alcune solo 2 e quindi gli equilibri possono cambiare in fretta.

E tu ai tuoi cosa chiedi di più?

La giusta mentalità per affrontare qualsiasi squadra come se fosse l’Olympic: non è più ammissibile andare in campo e non dare il cento per cento anche contro avversari sulla carta più deboli. Dobbiamo acquisire una mentalità da grande squadra e solo così potremo arrivare in fondo in tutte le competizioni.

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