Un po’ deludenti Ricky Petrucciani e Mujinga Kambundji, giunti stanchi a Bellinzona dopo una stagione sfiancante
Un Comunale gremito come ormai solo l’atletica leggera sa fare (5’650 spettatori), un pubblico appassionato e una meteo di nuovo benevola hanno fatto da cornice a un’altra edizione perfettamente riuscita del Galà dei Castelli, onorata della presenza di molti campioni olimpici, mondiali e continentali e condita da alcuni record dello stadio e diversi limiti personali migliorati.
Seguite attentamente sono state anche le gare del sotto-clou, che hanno fatto da antipasto alle competizioni principali e che hanno visto protagonisti, insieme ad atleti internazionali, alcuni fra i migliori talenti svizzeri e ticinesi. Applausi che i presenti hanno tributato dapprima anche alle gare per disabili e poi ad alcuni ospiti provenienti da altri ambiti sportivi che si sono di recente particolarmente distinti: Noè Ponti, Filippo Colombo, Ajla Del Ponte e Lea Sprunger.
Solo quarta Mujinga Kambundji sui 200 metri (22"88), gara che gli organizzatori avevano organizzato appositamente per lei. L’elvetica, al termine di una stagione ricca di soddisfazioni, ma ovviamente sfiancante, è giunta a Bellinzona ormai priva delle necessarie energie per ambire a un grande risultato, malgrado il tifo indiavolato che il Comunale le ha riservato. A imporsi è stata la namibiana Masilingi (22"51), davanti all’egiziana Hemida e alla britannica Neita. Queste ultime due atlete, fra l’altro si sono scambiate il posto sul podio sulla distanza più breve: nei 100 metri infatti, dietro la vincitrice Ta Lou (ivoriana) in 10"86, seconda si è piazzata la Neita e terza è giunta la Hemida. Rimanendo in campo femminile, nei 110 ostacoli, dove era di scena l’altra Kambundji, vale a dire Ditanji - che ha chiuso quinta in 12"97 - a imporsi è stata la portoricana Camacho-Quinn, una delle migliori al mondo in assoluto, con un tempo di 12"72. Piazze d’onore per la statunitense Ali e per la polacca Skrzyszowska.
Avvincente pure il concorso del salto in alto femminile, in cui ad imporsi è stata con 1,91 metri, secondo le previsioni, l’australiana Patterson, che è la campionessa del mondo in carica. A difendersi bene è stata l’italiana Vallortigara, che ha fatto segnare la stessa misura, ma con un errore in più. Terzo posto per l’uzbeca Sadullayeva, con 1,88 metri. Successo della giamaicana Goule, anche qui secondo logica, negli 800 metri, in una competizione dove c’era anche l’elvetica Lore Hoffmann, che però purtroppo è caduta nelle prime fasi.
Ai piedi del podio, nei 400 metri maschili, il ticinese Ricky Petrucciani, in una gara dominata dal sudafricano Van Niekerk, che fu oro olimpico a Rio nel 2016. Petrucciani, molto generoso, è parso pure lui un po’ provato al termine di un’annata davvero intensa, condita dal magnifico argento continentale. Alla fine, ha ringraziato il pubblico per il sostegno che non gli ha mai fatto mancare.
400 ostacoli dominati invece dal favorito Dos Santos, che parte benissimo e vince per distacco stabilendo il nuovo record dello stadio in 47"61. Il limite precedente, fissato lo scorso anno, già gli apparteneva. Secondo Happio in 49"06 e terzo Copello in 49"66. Bella pure la gara del salto con l’asta maschile, col successo del filippino Obiena a quota 5,81 metri, nuovo record dello stadio. Nielsen e Lavillenie si sono fermati a 5,71. Obiena ha poi tentato i 5,95, fallendo però i suoi tre tentativi.
Tirato anche il concorso del peso maschile, dove erano presenti i tre migliori protagonisti degli ultimi Mondiali: si è imposto l’americano Kovacs con 22,19 metri, che si è preso la rivincita sul connazionale sul connazionale Crouser (22 metri netti), che a Eugene l’aveva preceduto. Terzo il serbo Sinancevic (21,27) e solo quarto l’altro statunitense Awotunde (20,97).
Passando alla velocità, abbiamo visto un 100 metri con nomi strepitosi, oltre allo svizzero Pascal Mancini, che ha chiuso sesto in 10"30. Ha vinto l’americano Carnes con un discreto 10"04 davanti al keniano Onyala (10"05) e all’altro americano Williams, con lo stesso tempo.
Successo del sud sudanese di San Gallo Lobalu nei 3’000 metri, gara da cui ci si attendeva di più. Il polacco Czerwinski però non ha svolto troppo diligentemente il suo lavoro da lepre, vanificando le speranze di veder battuto il record dello stadio. Lobalu ha corso in 7’38.17. Secondo il keniano Temoi in 7’38.50 e terzo Faysa (etiope) in 7’39.53. Convincente il successo dello statunitense Jamal Britt nei 110 ostacoli, che in 13"18 ha preceduto il giamaicano Thomas (13"38) e il brasiliano Pereira (13"41).
Risultati tutto sommato discreti, forse un po’ meno brillanti di quanto ci si aspettasse alla viglia, ma lo spettacolo è stato comunque di altissimo livello e la gente ha risposto nel migliore dei modi, confermando che quando c’è la qualità non è difficile portare molta gente negli stadi, anche alle nostre latitudini. Appuntamento rinnovato all’anno venturo.