La fisioterapista di Massagno è ai Mondiali di Eugene per conto di Swiss Athletics. ‘Il mio tempo qui è scandito dalle necessità dei campioni’
«Lo stadio non è fra i più grandi, ma è certo uno dei più spettacolari, visto che è adibito esclusivamente al nostro sport». Romina Breda si riferisce all’Hayward Field, iconico tempio statunitense dell’atletica leggera dove in questi giorni si stanno svolgendo i Campionati mondiali. Ed è proprio laggiù, a Eugene, che raggiungiamo la fisioterapista ticinese che mette conoscenze ed esperienza al servizio di Swiss Athletics. «La nostra base è all’interno del campus dell’Università dell’Oregon – continua – dove tutte le strutture sportive sono all’avanguardia». Con altre due colleghe, la 36enne di Massagno compone il team di fisioterapia che nell’estremo ovest americano provvede a mantenere gli atleti rossocrociati nella forma ottimale. «Non soltanto: fra le nostre mansioni c’è anche quella di favorire il recupero fra una sessione e l’altra. Le nostre giornate non sono mai uguali, ognuna di noi fisioterapiste ha un programma diverso. La mattina, a dipendenza da quali atleti gareggiano, andiamo nella zona di riscaldamento dello stadio per seguire chi dovrà competere. Oppure restiamo nel residence a occuparci di chi gareggia il pomeriggio o nei giorni seguenti. Siamo a ogni modo impegnate anche la sera, per praticare vari altri tipi di trattamenti specifici».
Romina adora da sempre l’atletica, l’ha praticata in prima persona per vent’anni e ora è riuscita a farne, almeno in parte, la sua professione. «Lavoro in uno studio nel Luganese e, grazie alla flessibilità del mio capo, ho sempre potuto collaborare con diverse società sportive. Negli ultimi due anni faccio parte, in qualità di fisioterapista, anche del ‘medical team’ di Swiss Athletics, per conto del quale lo scorso anno ho partecipato agli Europei Under 20 a Tallin». Formatasi alla Supsi e poi specializzatasi a Berna e in Vallese, Romina Breda ama lavorare con gli atleti d’élite. «Il mio tempo qui è scandito dalle loro necessità. Se poi riesco pure ad andare a vedere le loro gare – e a sostenerli – tanto meglio. L’importante però è che fra sportivo e fisioterapista si crei un rapporto di fiducia e rispetto reciproco. Poi, in condizioni normali, può succedere di conoscere atleti e membri di altre federazioni, ma ora purtroppo siamo ancora in epoca Covid, e cerchiamo dunque di limitare per quanto possibile i contatti personali. Per tutto il lavoro che svolgono quotidianamente, io ammiro tutti gli sportivi, ma i miei preferiti in assoluto sono Roger Federer, Didier Cuche, Lindsey Vonn e Allyson Felix (la velocista statunitense che sabato ha chiuso la carriera conquistando il bronzo nella 4 x 400 mista, la sua diciannovesima medaglia mondiale, ndr)».
Il discorso, ovviamente, vira sul giovane decatleta elvetico Simon Ehammer e al suo bronzo nel salto in lungo. «La sua medaglia è davvero straordinaria, la delegazione svizzera al completo ha aspettato il suo ritorno al villaggio e tutti abbiamo potuto congratularci con lui e con il suo allenatore». Inevitabile, in chiusura, gettare un occhio verso il futuro. «Mi piacerebbe continuare a operare a lungo nel mondo dell’atletica – confessa Romina –. Con Swiss Athletics si lavora in base alla propria disponibilità e ora, salvo cambiamenti imprevisti, aspetterò la pianificazione dei campi d’allenamento e delle competizioni per la stagione 2023». ste