Nell’arrivo in salita sui Vosgi, Tadej Pogacar vince ancora e aumenta il suo vantaggio sugli avversari. Solo Vingegaard riesce a resistere allo sloveno
L’hanno definito il Cannibale del ventunesimo secolo e se proprio occorre trovargli un paragone, quello con Eddy Merckx è forse il più calzante. Non tanto a livello tecnico, ma per quella voglia di non cedere ad altri nemmeno una garetta di paese, quello spasmodico desiderio di vincere sempre e comunque che non è patrimonio genetico di qualsiasi campione (Miguel Indurain, ad esempio, nelle cinque cavalcate al TdF non ha mai vinto una tappa di montagna). Tadej Pogacar con il Cannibale 1.0 ha in comune proprio quell’irrefrenabile desiderio di essere il migliore. E lo ha ribadito alla Super Planche des Belles Filles, primo arrivo in salita del Tour de France 2022. Ventiquattro ore dopo aver strappato dalle spalle di Wout van Aert la maglia gialla, lo sloveno ha messo sul piatto della Grande Boucle un altro capolavoro. Nell’ultimo chilometro in sterrato, con pendenze ben superiori al 20% (che fa della Planche la Super Planche), Pogacar si è messo lì davanti a fare l’andatura. Sembrava che nessuno potesse scattargli in faccia, ma a 300 metri dall’arrivo ci ha provato Jonas Vingegaard. Il danese si è trascinato dietro la maglia gialla e assieme sono andati a riprendere, a 80 metri dallo striscione, l’ultimo superstite della fuga di giornata, il tedesco Lennard Känma. Con Vingegaard davanti, lo sloveno avrebbe potuto concedergli la vittoria, ma negli ultimi 20 metri ha deciso di sprintare per conquistare la seconda vittoria consecutiva... «Dal giorno della presentazione del percorso, questa tappa l’avevo cerchiata di rosso – ha affermato Pogacar –. Ci tenevo molto a vincere, anche perché oggi avevamo dedicato la frazione alla ricerca contro il cancro. Proprio per questo indossavo scarpette particolari, dedicate all’evento e che non metterò più».
Vingegaard ha chiuso con lo stesso tempo del vincitore, mentre Roglic ha concesso 12" e il povero Känma 14". Thomas (14"), Gaudu (19"), Mas e Bardet (21") hanno limitato i danni, mentre Yates ha accusato 29" di ritardo, Uran 45", come Martin e Pidcock, Quintana è giunto a 51". In classifica generale soltanto Vingegaard rimane sotto il minuto (35"). Per Thomas (1’10"), Yates (1’18"), Gaudu 1’31"), Bardet (1’32"), Quintana (2’06") e Roglic (2’45") il distacco inizia già a essere importante.
Sabato il Tour varcherà la frontiera e giungerà in Svizzera, più precisamente a Losanna, con lo strappo finale verso la Pontaise che potrebbe invogliare gli attaccanti. Domenica tappa quasi interamente elvetica con il Col des Mosses, il Col de la Croix e il Pas de Morgins, da dove la carovana tornerà in Francia per l’arrivo a Châtel les Portes du Soleil.