BASKET

Buona estate a tutti, con una lezione da imparare

Friborgo in tutto e per tutto, a dimostrazione però di quanto poco ci sia nel nostro campionato. Nell’hockey e il calcio la differenza è ben altra

L‘Olympic si gusta il ’triplete’, ma la Sam gli ha dato una mano
(Keystone)

Gli amici cronisti, ma ovviamente anche i tifosi di calcio e hockey che si lamentano delle prestazioni delle nazionali o dei club, dovrebbero entrare nel mondo del basket: si strapperebbero i capelli, ne siamo certi, visto l’abisso tra il nostro basket e quello dei vicini a distanze siderali, mentre l’hockey svizzero primeggia fra le prime sei a livello mondiale e il calcio ci sta bene fra le prime dodici. Invece, noi del basket stiamo fra i parenti poveri di questo sport, e basta guardarsi attorno, senza scomodare Eurolega o NBA, per capire quanto ci resta da fare. Sempre che questo divario sia possibile un giorno ridurlo. Quando siamo alla canna del gas ci piace ricordare una vittoria sulla Serbia e una sulla Russia, lasciando da parte alcune osservazioni sulle formazioni di queste due nazionali. Ma va bene così, tanto per addolcirci il palato. O, sempre per pura difesa mentale, ricordarci che non abbiamo Capela né avremo più Sefolosha.

Nell’attesa che a fine giugno la nostra nazionale si giochi contro Cipro (il 30 a Nicosia) e Irlanda (il 3 luglio in terra irlandese) la qualificazione al secondo turno degli Europei del 2025 (e non riuscirci sarebbe veramente la fine di ogni minimo pensiero positivo), veniamo alla conclusione dei due campionati di Lega nazionale A. Quello femminile l’Elfic non poteva che vincerlo, e il fatto che il Nyon abbia portato le friborghesi alla quinta è pura statistica, tanta è la differenza fra le due compagini: forse le riprese tv hanno dato qualche spunto al concetto del "cerchiamo di farci vedere" per non liquidare tutto in tre gare, al netto del rispetto che abbiamo per l’ottimo lavoro svolto a Nyon in questi ultimi anni. Un esempio che ci auguriamo possa servire anche ad altri club, ma il basket femminile è in discesa da tempo ormai e nessuna riforma, dopo quella di qualche anno fa, è stata messa in campo.

Passiamo ora alla finale maschile, che l’Olympic ha vinto 3-0 asfaltando con regolarità un Neuchâtel decisamente svanito nel nulla: 84-75, 93-46 e 94-56 le tre vittorie burgunde, la terza a Neuchâtel. Negli ultimi otto quarti, gare 2 e 3, i neocastellani hanno realizzato una media di 12 punti, i burgundi quasi il doppio e all’immagine di Fofana, 20 punti in 3 gare. Lui, il mattatore con Colon nelle sfide contro Massagno, fatta eccezione per lo zero in gara 1. L’Olympic ha invece messo la museruola ai due e per i neocastellani è finita lì, con la messa in evidenza dei limiti dei vari Popovic, Morris e Giddens, e poco altro anche dai restanti svizzeri. Segno evidente, e lo diciamo con rammarico, di come la Spinelli abbia regalato la finale ai ragazzi di Siviero. Ma tutto sommato serve anche a dimostrare come ci sia veramente poco, a livello tecnico, nel nostro campionato: soprattutto se la seconda forza, la Sam, si perde nel momento opportuno, dimenticandosi come si gioca assieme, cosa che l’Olympic ha chiaramente evidenziato, facendo un ottimo lavoro in difesa e operando di collettivo in attacco: sempre 4-5 giocatori in doppia cifra, dominio ai rimbalzi, buone percentuali al tiro (55%, 46% e 60%) frutto di buone soluzioni e di palloni che giravano alla grande. E il rammarico perché la Sam Massagno non abbia gioato questa finale è ancor più grande, perché i limiti del Neuchâtel, per altro conosciuti, non sono stati neutralizzati nel giusto modo a partire da gara 2. Il "triplete" dell’Olympic è anche beneficiario di un altro regalo massagnese in Finale di Coppa della Lega, come tutti ricordano. La stagione quindi poteva finire diversamente, ma alla fine vince chi dimostra di avere una squadra completa e coesa, capace di superare le individualità. Una lezione che dovrebbe servire per ripartire nel modo giusto fra qualche mese. Buona estate a tutti.