Nonostante l’apporto dell’instancabile quarantenne Jarmo Eskelinen, la stagione del Verbano si è arenata ai quarti contro il Ticino Unihockey
Era inevitabile, che il derby allo stadio dei quarti di finale scontentasse una metà del cantone unihockeystico. Ed è successo al Verbano eliminato in quattro partite (3-1) dal Ticino Unihockey nonostante la guida di Jarmo Eskelinen (Jarmo Eero Juhani Eskelinen il nome completo) in campo (sul quale ha totalizzato 7 gol e 28 assist in 35 partite, due i punti nei quarti) e in panchina come allenatore, ruolo nel quale è stato arruolato a inizio stagione al posto di Michel Betrisey: «È stato bello affrontare il Ticino nei quarti, ma loro erano più forti e hanno meritato di andare avanti – riconosce Eskelinen –. Le prime due partite erano molto equilibrate e potevamo vincerle, ma sull’arco della serie loro hanno meritato più di noi di passare il turno. Quindi possiamo solo fare i complimenti al Tiuh, che ha giocato meglio di noi. Può essere che affrontare il Ticino fosse più complicato che altri avversari, ma non mi piace fare speculazioni e pensare ai se e ai ma, mi affido piuttosto ai risultati».
La stagione del Verbano è a ogni buon conto da archiviare fra quelle riuscite: «Abbiamo disputato un’ottima stagione, molti giocatori sono cresciuti bene e sono felice di come la squadra ha giocato. Peccato solo che sia finita così in fretta. Sicuramente ottenere la prima storica vittoria nei playoff e concludere la stagione al quarto posto, non è male. Chiaro che quando la stagione va bene anche le aspettative riguardo al post-season crescono. L’anno prossimo dovremo essere ancora migliori».
Fra gli elementi della rosa "vichinga" emersi maggiormente in questo campionato un nome è sicuramente quello di Simone Cappiello: «Cappiello è uno di quelli che ha fatto grossi passi in avanti, è un uomo-squadra e uno scorer e cerca sempre di migliorarsi».
Anche il bilancio personale del finlandese classe 1982 è soddisfacente: «Essere impegnato su due fronti è stato bello ma anche impegnativo, poiché è un ruolo che regala soddisfazioni, ma che toglie energia. È stata una stagione con tante cose da fare, ma con piacere. Voglio sempre dare un contributo tangibile alla squadra, anche a quarant’anni».
Adesso è però già tempo di guardare al futuro e pensare alla prossima stagione: «Dobbiamo lavorare ancora di più, allenarci e continuare a imparare ancora, anche dagli errori; è l’unico modo per diventare più bravi. Non so ancora se manterrò il doppio ruolo per la prossima stagione, ma la stagione è appena finita e adesso ho bisogno di un po’ di riposo, poi si potrà valutare e prendere una decisione».
Intanto Eskelinen ha concluso la sua sesta stagione con la maglia del Verbano, con cui ha totalizzato complessivamente 128 presenze e 237 punti: «Gordola è ormai praticamente la mia seconda casa, mi trovo bene nel club, la squadra è di qualità e la gente in Ticino piacevole. Nel tempo libero passo il tempo con la famiglia, ho due figli piccoli, ci piace andare in montagna e assieme a loro facciamo tanti sport diversi, fra unihockey e famiglia le mie giornate trascorrono rapidamente. Non so ancora però se rimarrò in Svizzera a lungo termine».
Avendo oltretutto vestito in precedenza (stiamo ormai parlando di una decina d’anni fa) anche la maglia del Grünenmatt, allora nella massima lega svizzera, ci è sembrato opportuno chiedergli un opinione sul gap che ancora divide la Svizzera dalle migliori nazioni scandinave: «Penso che in Svizzera si debba crescere a livello di allenamento e investire sugli allenatori, in questo modo lo standard dei giocatori può aumentare e avvicinarsi a quello di Svezia e Finlandia».
In una realtà periferica come quella ticinese, assume grande importanza il lavoro nel settore giovanile. In questa stagione c’è per esempio da segnalare l’ottimo risultato della compagine U16 dei Drakkar (che altro non è che la sezione giovanile verbanese), capace di vincere il proprio campionato nella categoria B e che si appresta a disputare le finali di promozione nella massima lega, a partire da domani (ingaggio d’inizio alle 19) al Cst contro i Red Devils March-Höfe Altendorf: «La squadra U16 è veramente forte e spero che possa disputare dei buoni playoff. Vedremo quanto avanti andranno. In Ticino abbiamo il piccolo problema che non possiamo fare un grande mercato, ma ci sono altre persone che devono trovare una soluzione a ciò, per cui è fondamentale puntare sul settore giovanile. Comunque tutti e due i club stanno lavorando bene con i giovani».