Il Ticino Unihockey si appresta ad affrontare il Turgovia in semifinale. ‘Stagione oltre le aspettative, ma la A rimane distante’
Dopo l’annullamento dello scorso campionato, il Ticino Unihockey si ripresenta alle semifinali di Lnb, come nel 2020 e nel 2019: «Siamo alla terza semifinale consecutiva, finora siamo sempre stati eliminati a zero e questo fatto non ci è ancora andato giù del tutto – dichiara coach Luca Tomatis –, al terzo tentativo anche noi iniziamo a volere qualcosa. Per cui quest’anno l’obiettivo è vincere almeno una partita questo weekend per portare più in là possibile la serie. Gli scontri diretti in stagione sono stati un po’ strani: nel primo le difese di tutte e due le squadre erano state piuttosto allegre, come dimostra il risultato finale di 9-8 per il Turgovia. La seconda partita (vinta ancora dai turgoviesi, per 13-3) era invece capitata in un periodo in cui eravamo fuori fase, a causa anche di diversi infortuni, e siamo andati rapidamente in confusione. Adesso però abbiamo perfezionato gli automatismi, per cui mi attendo delle partite aperte, ma con il Turgovia favorito. Sarà una serie complicata perché loro negli anni si sono attrezzati per puntare con decisione alla promozione anche grazie a un settore giovanile veramente forte, basti pensare che la loro squadra U21 è in semifinale di serie A e sono pronti a fare il salto di categoria a tutti i livelli. A noi di provare a mettere loro il bastone fra le ruote e ritagliarci qualche soddisfazione. L’ultima semifinale, due anni fa, già contro il Turgovia, era stata interrotta dopo gara 2 a causa dell’arrivo del Covid, adesso ripartiamo da zero».
Semifinale che il Tiuh si è guadagnato eliminando nel derby il Verbano in quattro partite: «Il primo weekend è stato equilibrato, nel secondo siamo stati superiori. È forse esagerato dire che abbiamo dominato, ma abbiamo vinto abbastanza chiaramente. All’inizio è mancata l’attitudine giusta, c’era forse un filo di tensione, mentre a partire da gara 3 eravamo più in chiaro sulla strategia da applicare per vincere e l’abbiamo fatto bene. Poi nelle prime due partite ci è mancato il top scorer Pablo Mariotti. A livello di mediatizzazione invece, penso che per il derby ticinese si sia persa un’occasione, in quanto, nonostante il folto pubblico di diverse centinaia di spettatori a partita, se n’è parlato relativamente poco sui media».
Nonostante il solito ricambio generazionale, la squadra di Tomatis (e del suo assistente Michel Masa) sa sempre confermarsi: «La stagione è andata quasi meglio delle aspettative, in quanto avendo dovuto ancora una volta sostituire diversi partenti con numerosi giovani, temevamo di fare fatica a qualificarci per i playoff, in realtà invece eravamo matematicamente qualificati con due giornate d’anticipo ed era già da un po’ che la situazione era chiara. Per cui il bilancio è ottimo, anche perché c’è stato un bel progresso: dopo una partenza buona, abbiamo avuto una fase centrale più difficoltosa e un finale di stagione, dopo Natale, molto positivo. Quest’anno a parte Turgovia da un lato della classifica e Altendorf dall’altro, le altre squadre erano molto ravvicinate per cui ogni partita era molto importante e tutti potevano giocarsela con tutti, a livello mentale diventa complicata, in quanto non ci si poteva mai rilassare. Turgovia, Basilea e Kloten rappresentano il top 3 della Lnb, fra gli altri, grazie alla nostra esperienza nei playoff riusciamo a fare quel passo in più degli altri. Merito anche della società e del settore giovanile che ci fornisce regolarmente dei giovani in grado di rendere anche in prima squadra. Difficile dire come sia andata la ripresa post-pandemia, all’inizio c’è stata un po’ di ruggine, però poi in poco tempo, nonostante le mascherine e il resto, siamo riusciti a giocare senza troppi pensieri, almeno in Lega nazionale, e continuare a fare ciò che facevamo prima. Chiaramente quando a causa anche delle quarantene ti ritrovi con quattro o cinque assenze contemporaneamente non è evidente lavorare, ma è stato così per tutti. Nel complesso gli annullamenti sono stati pochi e la Federazione ha gestito bene la situazione e il campionato è stato regolare».
Inoltre si è saputo intervenire laddove necessario: «Dopo Natale abbiamo reinserito il nostro jolly Pietro Luraschi che ci ha dato una mano soprattutto a livello d’esperienza, ma non solo. Per esempio abbiamo anche pescato dal Vallemaggia Elia Maddalena che nel paio di partite giocate con noi ha fatto molto bene e che speriamo di confermare in futuro. Il discorso continuità è importante per noi, in questo senso il rinnovo già ora di Roope Kainulainen per il prossimo campionato dà delle garanzie alla società e alla squadra, anche perché come sempre saremo confrontati con diverse partenze per studio, militare e quant’altro. Speriamo che avere già in rosa un nome di tale qualità funga da stimolo per gli indecisi per restare».
Indubbiamente parte del merito per questi risultati costanti è da attribuire allo storico coach dei rossoblù: «Lavoro alla scuola per sportivi d’élite, dove seguo diverse discipline, che mi permettono giornalmente di rimanere a contatto con lo sport d’élite, un fattore che mi dà tanto, mentre posso ricambiare con la mia esperienza. Inoltre sono responsabile per l’educazione fisica, quindi lavorando al 100% e dedicando il dopolavoro all’unihockey posso dire che la mia vita ruoti essenzialmente attorno allo sport. E per la prima volta da quando mio figlio Alessandro è passato al Kloten, ci siamo ritrovati come avversari e devo dire che è andata nel modo ideale, visto che io ho vinto due volte, ma lui ha segnato».
All’Arti e Mestieri l’appetito vien mangiando, ma la "dieta" è comunque rispettata: «Adesso siamo in semifinale ed è difficile non pensare alla serie A, tuttavia le infrastrutture e la struttura societaria, nonché i numeri attuali la rendono un’opzione non percorribile. Sarebbe bello, ma dobbiamo fare ancora dei grandi passi per i quali necessitiamo di aiuti esterni. Da un lato siamo sicuramente lontani per tanti aspetti, per altri siamo anche vicini, se pensiamo che con tre vittorie (che comunque è un risultato tutt’altro che evidente) andremmo a giocarci lo spareggio. In ogni caso in A si gioca su altri ritmi e con un altro impegno fisico, sebbene veda delle chance di promozione per chi dovesse arrivare agli spareggi».
La prossima stagione sarà anche quella dei Mondiali in Svizzera: «Per l’unihockey è un momento importante, durante il quale bisognerà lavorare bene con i media, in quanto si tratta di eventi grandi in cui il pubblico è fra i più numerosi a livello globale e potrà essere accolto nella nuova pista di ghiaccio di Zurigo e sarà fondamentale fare bene in tutti i sensi. Oltretutto il nostro è uno sport molto telegenico, in quanto non ci si annoia mai: accade sempre qualcosa o un’occasione da gol o una bella azione».