Il messicano si è imposto per arresto dell’arbitro, aggiudicandosi il titolo Ibf dei supermedi, da aggiungere a quelli Wbc, Wbo, Wba già in suo possesso
Implacabile e al top della sua condizione fisico-tecnica, sabato a Las Vegas Saul “Canelo” Alvarez ha scritto una pagina di storia dei pesi supermedi. Il messicano ha unificato i titoli con una vittoria su Caleb Plant per arresto dell’arbitro all’11° round. Con il passare dei minuti di un combattimento dominato da capo a piedi da Canelo, si è capito che la domanda era una sola: lo statunitense sarebbe stato in grado di chiudere in piedi? Il penultimo round ha risposto al quesito, quando il messicano ha trovato l’apertura con una sequenza di ganci che ha mandato Plant al tappeto per la prima volta. Lottando per alzarsi e mantenere l’equilibrio, ha subito il conteggio prima di essere autorizzato a riprendere, solo per andare incontro, poco dopo, a un’altra sequenza di ganci che lo ha definitivamente finito.
Autore di una dimostrazione di forza, Saul Alvarez è salito sulle corde per festeggiare la vittoria... «Mi ci è voluto un po’ di lavoro, Plant è un buon combattente. Ha tutto il mio rispetto», ha commentato il 31enne messicano.
In sostanza, il pugilato è uno sport nel quale la condizione sine qua non per una vittoria è la capacità di fare più male possibile all’avversario. Nel caso di Canelo, questa necessità si è appaiata con la motivazione personale, dopo che a settembre, in una conferenza stampa nella quale erano volati pure alcuni pugni, Plant aveva insultato sua madre.
Dopo la sua vittoria, il campione del mondo in quattro categorie diverse (super pesi welter, pesi medi, super pesi medi, pesi massimi leggeri) ha detto di aver perdonato l’americano, che si è scusato per le sue parole inappropriate, durante un lungo abbraccio, prima di essere portato precauzionalmente in ospedale.
Grazie a questa 57ª vittoria (39 delle quali ottenute prima del limite) in 60 combattimenti (2 pareggi, 1 sconfitta), il pugile di Guadalajara aggiunge la cintura Ibf, fino ad allora di proprietà del suo avversario, a quelle Wba, Wbc e Wbo che già deteneva. Dal 1988 e dall’era delle quattro cinture, è il sesto pugile a entrare a far parte del club “unificato”, dopo l’ucraino Oleksandr Usyk (peso medio) e gli americani Bernard Hopkins (peso medio), Jermain Taylor (peso medio), Terence Crawford (superleggero) e Josh Taylor (superleggero).