Li hanno conquistati nel canton Argovia Martin Motta nella categoria U21/-81 kg e Camilla Gambetta in quella élite/-70 kg.
Sono ricominciate ufficialmente le competizioni di judo per tutte le categorie anche in Svizzera. Dopo i due tornei riservati alle categorie giovanili dello scorso mese di giugno, il torneo ranking di Weinfelden prevedeva infatti la partecipazione anche degli élite. Anche una quindicina di judoka ticinesi hanno deciso di intraprendere la trasferta nel canton Turgovia. L’obiettivo ovviamente era in primis riprendere il ritmo, vedere a che punto si è rispetto agli atleti di altre regioni e possibilmente conquistare qualche punto ranking, ovvero un piazzamento nei primi 7, che permetta la qualificazione ai Campionati svizzeri individuali previsti a fine novembre.
La partecipazione al torneo, soprattutto nelle categorie U18 e U21, è stata numerosa e il livello tecnico dei partecipanti piuttosto buono, grazie anche alla presenza di qualche club italiano. Nell’élite in numeri erano minori, probabilmente a causa della lunga inattività a cui i judoka dilettanti maggiori di vent’anni sono stati costretti.
Per quanto riguarda gli atleti rossoblù, in alcuni si è notata la mancanza di competizione che ha influito sulla convinzione nei propri mezzi, nel ritmo e nella decisione. Altri invece, a immagine di Martin Motta che ha conquistato un buon terzo posto nella categoria U21/-81 kg e di Camilla Gambetta terza pure lei nelle élite/-70 kg, hanno dimostrato di essere già a buon punto con la preparazione. Numerosi comunque i piazzamenti fra i ticinesi che hanno avuto in questa occasione parecchie indicazioni importanti su come impostare il lavoro al rientro in palestra per arrivare più preparati alle prossime gare.
La domenica erano in lizza le categorie dei più giovani. Fra gli U15 presenti quattro judoka in rappresentanza del nostro cantone che si sono ben comportati ottenendo due terzi posti con Chiara Ambrosini che ha mancato di poco la finale e Martino Gada. Un weekend che ha fatto rivivere un po’ di normalità; grazie all’obbligo del Covid pass per atleti e allenatori e l’assenza di pubblico esterno, l’atmosfera nella sede di gara era distesa e positiva.