L'Uefa decide di investigare sulle parole pronunciate dal giocatore austriaco nei confronti degli avversari della Macedonia del Nord
L'Uefa ha aperto un'inchiesta disciplinare nei confronti dell'austriaco Marko Arnautovic, reo di aver rivolto parole inappropriate in occasione del gol del 3-1 nella sfida di domenica contro la Macedonia del Nord. La massima istanza europea ha nominato un “ispettore etico e disciplinare” per investigare quanto è successo. Il giocatore di origine serba ieri si è scusato nei confronti «degli amici della Macedonia del Nord e dell'Albania», affermando di aver sbagliato, pur senza rivelare il contenuto delle frasi proferite. «Vorrei dire molto chiaramente una cosa: non sono razzista. Io difendo le diversità. Sono desolato, sono desolato, sono desolato. Dimentichiamo quanto accaduto, non fa parte del calcio», ha affermato.
Ezgjan Alioski, verso il quale gli insulti erano rivolti, non ha reagito, ma la federazione macedone (Ffm) ha condannato l'incidente. “Abbiamo inviato un reclamo ufficiale all'Uefa, con il quale chiediamo una sanzione molto severa nei confronti di Arnautovic”, si legge in una nota della Ffm.
Lo scorso aprile la commissione disciplinare aveva inflitto dieci giornate di squalifica al difensore ceco Ondfrej Kudela per “comportamento razzista” negli ottavi di finale di Europa League contro i Glasgow Rangers, sanzione che lo ha di fatto privato dell'Euro.