Ginnastica ritmica

La ritmica deve ripartire dalla salute degli atleti

Lo afferma il rapporto Pachmann sulle denunce di abusi di alcune ex ginnaste, alcune confermate, altre no. Ma emerge la necessità di cambiamenti radicali.

29 gennaio 2021
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Obiettivi sportivi ridimensionati e soprattutto la salute degli atleti quale priorità. È su queste basi che la Federazione svizzera di ginnastica vuole (deve) ripartire dopo gli scandali che hanno colpito in particolare il settore della ritmica, con diverse ex atlete che a giugno avevano pubblicamente denunciato abusi fisici e verbali da parte degli allenatori. Accuse pesanti che avevano portato al licenziamento dell'allora allenatrice-capo della nazionale rossocrociata, la bulgara Iliana Dineva, a cui avevano fatto seguito anche la sospensione del responsabile dello sport d'élite Felix Stingelin e le dimissioni del direttore generale Ruedi Hediger.

Ma soprattutto, quanto emerso aveva spinto la Fsg del neo presidente Fabio Corti (il ticinese è entrato ufficialmente in carica dallo scorso primo gennaio, ma in realtà è già al lavoro da diverso tempo) a creare una Commissione etica e a richiedere un'inchiesta esterna e indipendente per far luce su quanto accaduto – lo stesso ha fatto la Confederazione attraverso il Ddps – e per effettuare un'analisi generale sul settore della ginnastica ritmica.

Abusi confermati solo in parte ma atlete in un costante stato di salute precario

Ebbene, secondo il rapporto presentato ieri dallo studio di avvocati Pachmann Rechtsanwälte ed effettuato interpellando attraverso un formulario oltre 291 ginnaste e i rispettivi genitori (di cui però solo la metà hanno risposto alle domande), svolgendo 48 interviste faccia a faccia e consultando svariati esperti del settore, la Fsg deve decisamente cambiare registro e porsi quale priorità di «trattare in maniera decente e corretta i ginnasti, proteggendo allo stesso tempo dai pregiudizi allenatori e funzionari», ha affermato Thilo Pachmann. Quest'ultimo non si è addentrato nei dettagli dei casi specifici, ma ha comunque spiegato come le denunce di quattro delle sei ragazze del Centro nazionale di Bienne si siano rivelate infondate, mentre in due casi sono effettivamente emersi degli errori nel comportamento di alcuni membri della Federazione. Per quel che riguarda invece un accusa specifica lanciata da una ginnasta nei confronti dell'allora allenatrice responsabile (rea di essersi rivolta a lei in maniera inappropriata), Pachmann le ha definite «con grande probabilità false», in quanto nessuno le ha confermate.

Confermata per contro una cultura del lavoro decisamente inadatta per delle ragazzine (in pochissime continuano a praticare questo sport oltre i 21 anni), la maggior parte delle quali durante l'attività è stata regolarmente offesa (lo ha affermato oltre il 60 per cento delle interpellate), criticata per l'aspetto fisico (oltre il 50%) e portata a sentire dolore (oltre il 25%). Tanto che presentando l'indagine, che ha preso in considerazione quanto capitato negli ultimi otto anni, l'avvocato zurighese ha sì parlato di una cultura del lavoro «molto diversa tra i vari allenatori», ma si è allo stesso modo detto «scioccato» dal costante stato di salute precario delle atlete.

Cambiamenti e rinnovamenti necessari 

E proprio come detto il benessere – non solo fisico – degli atleti è il punto centrale delle raccomandazioni espresse nel rapporto consegnato alla Fsg, nel quale si parla della necessità di un cambiamento a livello appunto di cultura degli allenamenti e della formazione (con il supporto di una commissione medica), nonché di un rinnovamento delle strutture (da rendere anche più accoglienti per gli atleti, in particolare il Centro nazionale di Macolin) e della stessa governance della federazione (in parte già avvenuta visto che oltre a Corti sono entrati in carica anche la nuova direttrice Béatrice Wertli e due nuovi membri del comitato centrale, Martin Hebeisen e Philipp Moor). Il tutto nella massima trasparenza e con un adeguato meccanismo di controllo, sia interno sia esterno attraverso la creazione di un centro di supporto.

Senza dimenticare infine l'aspetto sportivo, con gli obiettivi che perlomeno sul corto-medio termine devono essere ridimensionati: «Alla luce della situazione e delle strutture attuali, una qualificazione per i Giochi olimpici (del 2024, ndr) è irrealistica».