CICLISMO

Gasparotto, esordio iridato a 38 anni

Nato in Friuli ma snobbato dalla Nazionale azzurra, ticinese d'adozione e da novembre svizzero a tutti gli effetti, a Imola sarà il 'capitaine de route'

(Amstel Gold Race, la sua vittoria nel 2012)
23 settembre 2020
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Enrico Gasparotto vanta una carriera professionista lunga 16 anni. Nato a Sacile (Friuli) 38 anni fa, da dieci anni ticinese d’adozione, domenica a Imola disputerà il suo primo Mondiale. Per i colori della Svizzera! Tra Gasparotto e la Nazionale azzurra non c’è mai stato feeling. Nonostante sia salito cinque volte sul podio delle classiche delle Ardenne e abbia vinto a due riprese l’Amstel Gold Race (2012 e 2016), non è mai stato preso in considerazione dai selezionatori azzurri. Nemmeno quando ha vestito la maglia di campione nazionale. Nel 2010, ai Mondiali in Australia, aveva effettuato il viaggio, ma con lo scomodo ruolo di riserva. La sua relazione con la maglia azzurra si limita a un solo episodio, gli Europei di Plouay nel 2016.

Da indesiderabile in Italia a “capitaine de route” di una Svizzera che lo scorso novembre gli aveva consegnato il passaporto con la croce bianca. Domenica, sull’esigente percorso emiliano, dovrà mettere la sua esperienza al servizio della causa elvetica, in particolare delle possibilità di Marc Hirschi, l’uomo più in forma del momento e la punta di diamante della squadra diretta da Marcello Albasini. Toccherà a Gasparotto, assieme all’altro vecchietto del gruppo, Michael Albasini, pilotare tatticamente i quattro compagni di squadra in modo da mettere Hirschi nelle migliori condizioni per tentare quel colpaccio che già gli era riuscito nelle scorse settimane al Tour de France.

Marcello Albasini ha scientemente fatto appello a corridori di esperienza… «Ho bisogno di ragazzi in grado di tenere gli occhi aperti e di prendere le giuste decisioni in un finale presumibilmente febbrile». Il tecnico turgoviese è convinto che Gasparotto sia l’uomo giusto al posto giusto… «Chiaro, i suoi principali successi datano di qualche anno, ma in quanto specialista delle Ardenne dovrebbe trovarsi a suo agio su un percorso come quello di Imola».

Dal canto suo, il corridore della sudafricana Ntt Pro Cycling non nasconde la felicità per l’opportunità di disputare un Mondiale in quello che lui stesso considera l’autunno della sua carriera… «È un sogno che si realizza. Penso si tratti di un’occasione più unica che rara di restituire qualcosa a un paese che mi ha dato molto. Vivo da molti anni a Lugano, mia moglie è svizzera e lo sono anche molti dei miei amici».

La pandemia di Covid ha scombussolato i piani di Gasparotto come ha fatto con quelli di molti altri atleti. In particolare, il luganese d’adozione sognava di poter chiudere la carriera con le Olimpiadi di Tokyo e con i Mondiali “casalinghi” di Aigle e Martigny, ma nessuna delle due manifestazioni è sopravvissuta all’ondata di coronavirus. Ciò nonostante, non ha del tutto accantonato le speranze di volare in Giappone, per quanto al momento non sappia ancora quale strada prenderà la sua carriera… «Avevo intenzione di proseguire un anno ancora, per poi dedicarmi al lavoro nel campo della formazione di giovani talenti. Il contratto con la Ntt scade a fine stagione e a 38 anni non è facile trovare una nuova sistemazione».

Per sperare di staccare uno dei quattro biglietti olimpici riservati alla Svizzera, Gasparotto sa di doversi accasare per il 2021. Anche per questo motivo spera che i Mondiali di Imola possano essere per lui una vetrina attraverso la quale strappare un nuovo ingaggio.