Il presidente del Lugano soddisfatto per il via libera del Consiglio comunale al nuovo stadio. E sul calcio: 'Sempre più ostaggio di denaro e diritti tivù'
Il nuovo stadio da 10'000 posti e fondo in erba sintetica è ancora di là da venire, ma la decisione presa martedì sera dal Consiglio comunale di Lugano rappresenta un passo fondamentale verso la realizzazione di un impianto indispensabile per le ambizioni future del Football Club Lugano. I 14 milioni concessi per la progettazione del nuovo polo sportivo della città danno di fatto luce verde al progetto e permettono al presidente Angelo Renzetti di abbozzare un sorriso dopo aver masticato amaro nelle ultime settimane per le decisioni assunte dalla Swiss Football League in merito a ripresa della stagione e Super League a 12 squadre... «Sono molto soddisfatto. Per il risultato in sè stesso, ma anche per l'adesione che l'idea del nuovo Polo sportivo e degli eventi (Pse) ha raccolto in aula (50 favorevoli, un contrario e 6 astenuti, ndr). I consiglieri hanno capito che questo è un progetto che coinvolge direttamente 20'000 sportivi suddivisi nella cinquantina di società che potranno beneficiare del centro. Al di là dei paletti posti da molte federazioni, in primis quella di calcio, non va dimenticato il fatto che finora si continua a spendere un gruzzolo importante per affittare gli spazi necessari alle varie discipline sportive. Si tratta di un progetto del quale potranno beneficiare tutti, in primis il mondo legato allo sport, ma più in generale quello che guarda all'organizzazione di eventi. Non escludo che da qui alla realizzazione del Pse qualcuno possa ancora mettere i bastoni tra le ruote, ma si tratta di un progetto che coinvolge davvero tante persone, per cui chi volesse mettersi di traverso dovrebbe riflettere bene sull'importanza che potrà avere il Pse per l'intera comunità».
A livello sportivo il Pse andrebbe a colmare quella che in tutto il Ticino è una lacuna decennale, alla quale molte altre città svizzere, non più importanti di Lugano, hanno già posto rimedio... «Di recente ci hanno pensato pure Bienne, con una squadra di calcio in Prima Lega, e Sciaffusa per una compagine di Challenge League. Inoltre, questo è un momento economico nel quale riveste importanza il partenariato pubblico-privato. In Svizzera i fondi sono obbligati a investire, per cui cosa c'è di meglio di un polo sportivo a favore della comunità?».
La prossima tappa è rappresentata dalla presentazione del progetto che dovrà comunque superare lo scoglio di eventuali ricorsi... «Sarebbe avventato affermare che la strada è in discesa, ma partiamo comunque con il sostegno di 50 consiglieri comunali e con la consapevolezza che l'opera andrà a vantaggio di molta gente. E sono aspetti che indubbiamente aiutano».
La tabella di marcia dei lavori dovrà però tenere conto anche dei diktat della Sfl... «Bisognerà iniziare entro la fine del 2021, perché questi sono i termini della Lega. A Berna abbiamo fornito una data indicativa attorno a metà del 2021, ma è ovvio che se anche i lavori dovessero essere posticipati di qualche mese la Lega non starebbe a spaccare il capello in quattro. L'importante è che l'iter prosegua il suo corso naturale».
E se così fosse, la prima vittima del nuovo Pse sarebbe l'attuale tribuna Monte Brè... «All'inizio dei lavori la tribuna verrà demolita, perché proprio in quella zona verrà edificato il nuovo stadio. Si procederà poi alla costruzione di nuove tribune provvisorie dietro alle due porte. In linea di massima dovremmo poter prendere possesso del nuovo impianto nel 2024».
Messo in saccoccia il voto favorevole del Consiglio comunale, c'è da pensare a una stagione che riprenderà il 20 giugno (o 21, la Sfl non ha diramato il calendario esatto) con la trasferta a Ginevra. Se dal lato sportivo Maurizio Jacobacci sta cercando di portare in forma un gruppo colpito da tre mesi di inattività, da quello amministrativo si tratta di sbrogliare la matassa dei giocatori in scadenza di contratto... «È un tema che stiamo portando avanti e non è facile, anche perché parallelamente alla chiusura di questa stagione è necessario iniziare a programmare la prossima. Sono aspetti che dimostrano come la decisione di portare a termine il campionato sia destinata a causare più grattacapi che benefici, ma non possiamo soffermarci a piangere sul latte versato, bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare».
Con la squadra, Renzetti non ha ancora parlato, ciò nonostante ha potuto percepire «grande voglia di ricominciare. Strada facendo vedremo se sarà necessario rivolgersi direttamente ai ragazzi».
La decisione del Consiglio comunale ha contribuito a far sbollire la delusione per le recenti decisioni della Sfl? «Non è questione di delusione, mi dispiace per il fatto che la Lega si sia completamente piegata alle volontà delle televisioni. Addirittura concedendo loro benefici che non erano inseriti nel contratto, come ad esempio la possibilità di giocare anche alle 13.45. Un orario, questo, che non trova nessuna giustificazione: si giocherà nei mesi più caldi dell'anno e, soprattutto ogni tre giorni. Il periodo, gli orari, i cambiamenti di regolamento (ad esempio quello dei cinque possibili sostituzioni), i contratti da regolare: quello che sta per iniziare è un campionato nuovo di zecca. Si è deciso di giocare nonostante tutte le incognite e le basi di partenza saranno comunque uguali per tutti, ma rimango convinto che sul piatto ci fossero delle soluzioni in grado di accontentare tutte le società. Invece, si è voluto tirare diritto e agevolare il più possibile le esigenze delle televisioni. Forse, tutta questa vicenda potrebbe servire per soffermarsi a riflettere sulla piega presa, a livello mondiale, dal mondo del calcio, sempre più schiavo del denaro e dei diritti tivù».