Vela

In tempi di bonaccia s’alza il vento virtuale

Si comincia con le regate dal divano, in attesa di fare sul serio. ‘Ma è difficile fare previsioni adesso’, spiega il ticinese Bruno Rossini

Ti-Press/Putzu
11 aprile 2020
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In qualche modo bisogna pur ingegnarsi. E così, dopo il ciclismo, anche la vela propone una sua soluzione digitale: un campionato nazionale virtuale in cui i velisti si sfidano dal divano, su una piattaforma inaugurata ufficialmente sabato (informazioni e iscrizioni al sito swiss-esailing.com) e che farà da sfondo alla seconda edizione di un evento reso stavolta ancor più appetibile dal fatto che il più della gente è costretto a rintanarsi in casa. «Ma l’appuntamento è aperto a tutti, non solo ai velisti provetti. Basti pensare che la prima edizione era stata vinta da qualcuno che non aveva mai messo piede su una barca in vita sua...» racconta divertito Bruno Rossini, membro ticinese del comitato centrale Swiss Sailing, la Federvela nazionale. «E se l’anno scorso vi presero parte sei, settecento velisti, in stragrande maggioranza giovani, vista la particolarità della situazione confidiamo che tale numero possa crescere nettamente».

Naturalmente, però, la vela da salotto è soltanto un palliativo in una condizione nuova per tutti, e che potrebbe anche durare a lungo. Voi, come Federvela, come vi muoverete? «Fare ora delle previsioni è impossibile – spiega Rossini –. Ciò che posso dire è che seguiremo alla lettera le direttive delle autorità politiche federali e cantonali. Per adesso abbiamo raccomandato a tutti i soci di sospendere qualsiasi attività fino a nuovo avviso. Vale sia per l’organizzazione di regate, di cui consigliamo l’annullamento, sia dei corsi di formazione per i giudici di gara, delle riunioni e delle assemblee di club, dei corsi Gioventù e Sport e delle scuole veliche, oltre che degli allenamenti».

Tuttavia, non essendo uno sport di contatto, e che in molti casi viene praticato a livello individuale, come ad esempio nelle classi Laser e Optimist, nonostante le restrizioni imposte dal Covid-19 molti velisti potrebbero continuare ad allenarsi singolarmente su qualche lago vicino a casa. «In effetti può sembrare un controsenso, ma anche a coloro che usano barche a conduzione singola abbiamo consigliato di astenersi dal navigare: infatti se l’ordinanza federale di mantenere la distanza sociale può essere osservata al largo, più difficilmente può venir applicata a terra durante la preparazione della barca, della sua messa in acqua o nel successivo ricovero. Si tratta però di un consiglio, un’imposizione sarebbe perlomeno inattuabile».

Intanto, una decina di giorni fa è arrivata con largo anticipo anche la decisione definitiva del rinvio dei Giochi in Giappone all’anno prossimo. «A dire la verità, a metà marzo supponevamo già che le Olimpiadi potessero venir postergate. E se per alcuni velisti il biglietto per Tokyo era garantito, per altri ancora non lo era: questi ultimi avrebbero dovuto partecipare all’ultima regata di qualificazione organizzata da World Sailing, che si sarebbe dovuta tenere a Genova in aprile e che, ovviamente, nel frattempo è stata annullata. A quel punto era nata l’ipotesi di convalidare i risultati ottenuti dai velisti alla ‘Princesa Sofia’ a Palma de Maillorca, ma l’inasprirsi dell’emergenza Covid-19 in Spagna ha poi portato alla cancellazione pure di quella regata».

Così i Giochi si terranno in un anno dispari, per la prima volta. «In generale, il coronavirus sta avendo un grande influsso su tutto lo sport. Comunque bisogna pure guardare le cose in modo positivo, e grazie allo spostamento di un anno avremo il tempo per prepararci a difendere il nostro posto nell’élite mondiale, mentre lo Swiss Sailing team avrà a disposizione 16 mesi per pianificare l’appuntamento al meglio. Sarà però anche una grande sfida per tutti rinviare quanto era già stato programmato, impegnandosi di nuovo per una stagione intera. Senza contare, poi, che lo slittamento di Tokyo al 2021 (dal 23 luglio all’8 agosto, ndr) ridurrà la preparazione all’edizione di Parigi/Marsiglia 2024, e così ci sarà meno tempo a disposizione per gettare le solide basi richieste dalle nuove classi Kite e Offshore».

Sarà una grande sfida specialmente per i velisti. «La partecipazione a un’Olimpiade richiede una minuziosa preparazione che dura almeno 4 anni e comporta una serie di rinunce a livello di studio, lavoro e vita familiare. Senza contare l’aspetto finanziario, tenendo conto che i nostri velisti non sono professionisti e buona parte del programma grava sulle loro spalle. Noi come federazione ci impegniamo affinché gli atleti già qualificati possano godere del miglior sostegno da parte nostra, ma la decisione di proseguire con la campagna olimpica adesso spetta a loro. Naturalmente ciò vale anche per coloro che non si sono ancora qualificati qualora venissero organizzate altre regate qualificative».

E la decisione del Comitato olimpico internazionale di garantire la partecipazione anche nel 2021 a coloro che avevano staccato il ticket già quest’anno? «Direi che rispetta in pieno lo spirito olimpico: a un atleta che nei quattro anni precedenti i Giochi ha saputo guadagnarsi la presenza a un evento che è unico nella sua vita, quell’opportunità non si può certo negargliela».

Le Olimpiadi, però, sono musica del futuro: nel presente, invece, Swiss Sailing come si sta muovendo? E ammettendo che la stagione dovesse davvero venir congelata sino a estate inoltrata, sulla base delle ipotesi di molti epidemiologi, si potrebbe pensare di salvare il 2020 concentrando tutte le regate in autunno? «I calendari vengono di regola stabiliti ogni anno fra ottobre e dicembre, mentre buona parte delle regate inizia già a marzo: tenendo conto del fatto che solo in Svizzera ad ogni weekend si svolgono dei campionati nazionali di classe, delle regate giovanili o di club, oppure ancora degli appuntamenti di livello internazionale, spostare anche un solo evento comporterebbe un carico organizzativo difficilmente gestibile sia dalla federazione, sia dai singoli promotori. Perciò noi siamo dell’avviso che quelle regate vadano annullate tenendo conto delle direttive della Confederazione. Cosa che, del resto, capita un po’ ovunque. Sul Lago di Garda sono già stati cancellati i campionati del mondo di Optimist, una delle classi più importanti a carattere giovanile, che sarebbero andati in scena a inizio luglio, e da noi è saltata la classica Bol d’Or Mirabaud, forse la più importante competizione a carattere internazionale prevista a metà maggio sul Lago Lemano. Mentre in Germania, invece, le famose Kielerwochen aperte alle classi olimpiche per il momento sono state spostate al mese di settembre».