Alcuni sondaggi rivelano come la maggioranza della popolazione non creda più nella necessità di organizzare le Olimpiadi di Tokyo
«Non si può sacrificare la vita delle persone»: di fronte alla pandemia di coronavirus, i giapponesi sono sempre più scettici sulla necessità di mantenere, costi quel che costi, l'impegno di organizzare i Giochi olimpici di Tokyo. Il primo ministro Abe Shinzo sabato ha rassicurato tutti, affermando che Tokyo ospiterà i Giochi come da programma, nonostante il propagarsi del virus che ha già portato a una miriade di cancellazioni di eventi sportivi in tutto il mondo. Il Giappone conta relativamente pochi casi di infezione, con 814 malati e 24 decessi. Ma gli abitanti della capitale iniziano a temere l'arrivo di turisti stranieri.
«Anche se il Giappone dovesse riuscire a superare questa crisi, non dovremmo ospitare tifosi da tutto il mondo – afferma Koki Miura, 27 anni, impiegato di una società di servizi via internet –. Credo sarebbe meglio lasciar perdere tutto, non si può mettere a repentaglio la vita delle persone soltanto per questo».
«Personalmente penso sarebbe preferibile rinviare i Giochi di un anno, come ha suggerito il presidente degli Stati Uniti Donald Trump – sottolinea Masao Sugawara –. Guardate il panico che si è creato. Seconda guerra mondiale a parte, non mi sono mai sentito così inquieto», conclude il pensionato di 90 anni, pur ammettendo che un rinvio sarebbe «deludente».
In un sondaggio effettuato tra 1'000 persone e pubblicato dall'agenzia stampa nipponica Kyodo, il 69,9% degli interrogati ritiene che Tokyo non potrà  accogliere i Giochi come da programma. Un'altra inchiesta demoscopica, condotta questa volta dalla televisione di stato Nhk tra il 6 e il 9 marzo rivela come il 45% dei giapponesi sia contrario a mantenere l'organizzazione dei Giochi, contro il 40% che continua a essere a favore.
Settimana scorsa la governatrice di Tokyo, Yuriko Koike, aveva affermato che sarebbe impensabile annullare le Olimpiadi. La decisione finale spetta però al Comitato internazionale olimpico (Cio), sulla base delle raccomandazioni ricevute dall'Organizzazione mondiale della salute (Oms). Thomas Bach, presidente del Cio, domani farà il punto della situazione nel corso di una conferenza telefonica con le federazioni sportive internazionali.