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Bob, la spinta verso Pechino

Nel prossimo weekend il club della Svizzera italiana riporterà i colori ticinesi in Coppa del mondo a 20 anni dall’ultima volta

7 gennaio 2020
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La spinta nel bob è fondamentale e quella del Bob Club Svizzera italiana, durata simbolicamente poco più di otto anni, sta per tradursi – grazie anche a una guida altrettanto decisa – in un traguardo importante: nel prossimo weekend un equipaggio del sodalizio nato nel 2011 dalle ceneri del Bob Club Lugano prenderà parte alla tappa di Coppa del mondo di La Plagne (Francia), con il 25enne pilota di punta del Bcsi Cédric Follador che rappresenterà la Svizzera sia nel bob a 2 (sabato) sia in quello a 4 (domenica), riportando così il Ticino tra l’élite mondiale dopo oltre 20 anni dall’ultima volta.

Damiano Bregonzio: 'Ripartiti da zero dopo la morte di Elvio Giani'

«La soddisfazione è davvero tanta, a maggior ragione guardando da dove siamo partiti e il percorso effettuato – spiega Damiano Bregonzio, presidente nonché uno dei fondatori del club rossoblù –. Abbiamo ritirato (assieme a Moreno Beti e Aron Camponovo, ndr) il Bcl dopo la morte del fondatore Elvio Giani, tra l’altro mio suocero, ma abbiamo dovuto ripartire praticamente da zero, anche perché non essendo ex bobbisti o frenatori, non avevamo esperienza ed eravamo mossi unicamente dalla passione per questo sport. Il primo passo è stato quello di cambiare nome, anche per fungere da punto di riferimento a livello cantonale. All’inizio non è stato facile, abbiamo dovuto studiare le regole, reperire il materiale, cercare sostegno finanziario e non, oltretutto in un contesto reso ancora più complicato dai rapporti non proprio idilliaci con la Federazione svizzera. Poi piano piano abbiamo instaurato rapporti con altri club svizzeri ed europei e le cose sono migliorate, anche con la Federazione, che ha recentemente cambiato presidente e ha cominciato a puntare effettivamente sul talento e sui giovani. Cosa che noi abbiamo scelto – ma era anche l’unica strada percorribile – di fare sin dall’inizio e oggi nell’ambito della formazione siamo uno degli attori più attivi del panorama elvetico. Forse non ci aspettavamo di arrivare a certi risultati in così poco tempo, ma indubbiamente ci ripagano di tutti gli sforzi e ci stimolano ad andare avanti su questa strada».

Un discorso quello dei risultati sorprendenti che paradossalmente non riguarda Follador. O perlomeno non nello stesso senso... «Quest’anno ci si aspettava qualcosa di più da Cédric, proprio perché il suo talento alla guida è indiscusso, ma ha avuto un paio di problemi a livello di meccanica che lo hanno frenato. Una volta risolti, anche i risultati sono arrivati, in particolare nel bob a quattro, in cui l’esperienza conta molto e lui, a differenza della maggior parte dei suoi coetanei, ne ha molta. In particolare proprio a La Plagne, dove ha già gareggiato diverse volte in Coppa Europa».

Come dire che le possibilità per ben figurare il grigionese le ha tutte, ma per il Bcsi sarà soprattutto un weekend di festa e di «grande emozione, un’occasione unica per accumulare esperienza e crescere ancora». Già, ma crescere per arrivare dove? Forse fino in Cina, sede delle prossime Olimpiadi nel 2022... «In particolare nel bob a 4 in Svizzera Cédric se la gioca con Michael Vogt e Timo Rohner. Intanto vediamo per i Mondiali di febbraio, tutto è ancora aperto, di sicuro disputerà la rassegna iridata e quella europea giovanili (fino a 26 anni, ndr). Di certo quello che fino a qualche anno fa era solo un sogno, le Olimpiadi, oggi è diventato un obiettivo e faremo di tutto per aiutare i nostri atleti a raggiungerlo».

Una ticinese emerge in un movimento da rilanciare

Cédric Follador non è l’unico elemento che potrebbe spingere il Bcsi verso i Giochi di Pechino. La ticinese Lia Decristophoris dopo essersi laureata lo scorso marzo campionessa svizzera di monobob (disciplina che proprio in Cina farà il suo esordio nel programma olimpico) si sta infatti affacciando sul circuito mondiale e, grazie anche all’arrivo nel suo team della giovanissima frenatrice Giada Battaini, si sta affermando anche nel bob a 2.

«È una bellissima sorpresa, non avremmo mai pensato di poter ottenere risultati importanti anche in campo femminile – ci spiega ancora Bregonzio, 45enne momò trapiantato a Pontresina, a pochi chilometri dalla pista di Celerina dove i suoi atleti si allenano –. Lia è una ragazza determinatissima che si butta giù dalla pista con un’energia impressionante e dal grande potenziale, che in parte ha già mostrato (nonostante un leggero infortunio, ndr). Se a questo aggiungiamo che in Svizzera per una serie di congiunture anche in ambito femminile non siamo messi benissimo, ecco che le possibilità per sognare in grande ci sono. Noi ci crediamo». 

Una situazione non proprio rosea che si può allargare a tutto il movimento rossocrociato, che in particolare tra gli uomini a livello di risultati internazionali sta attraversando anni difficili dopo decenni di successi... «Se pensiamo che la Svizzera è una delle nazioni più vincenti della storia di questo sport e che una volta quelli rossocrociati erano gli equipaggi da battere, i risultati attuali sono vergognosi, ma questo non mi sorprende. Purtroppo quando le cose vanno bene si tende a non chinarsi troppo sui problemi, che vengono nascosti dalle vittorie, ma poi lo si paga ed è quello che è successo. Ora fortunatamente sembra che anche chi è ai vertici del nostro sport a livello nazionale abbia compreso la necessità di una riorganizzazione e di una pianificazione a lungo termine, per cui la speranza è che anche i risultati tornino presto a essere più positivi».