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Chi e perché lascia Lugano? La risposta in uno studio inedito

A Bellinzona aggiornate le zone di pericolo nelle colline residenziali di alcuni quartieri. Parola a Cristina Castrillo e al suo Teatro delle radici

12 maggio 2023
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Giovane, solo o con figli piccoli, a reddito medio-basso, che si trasferisce per motivi professionali e soprattutto verso i comuni limitrofi della città. Questo l’identikit di chi lascia Lugano, o quantomeno è quel che emerge a grandi linee dagli ultimi dati demografici presentati dal Municipio. Dati che derivano da due nuovi studi commissionati dalla Città e che analizzano rispettivamente il bilancio migratorio e l’evoluzione del saldo naturale del 2022.

Buona parte del Ticino, Bellinzona inclusa, deve fare i conti con un rischio più o meno marcato, quello dei ‘movimenti di versante’: rotolamenti di massi, piccoli scoscendimenti, cedimenti puntuali, franamenti, distacchi. In questi giorni sono stati pubblicati gli aggiornamenti che interessano i quartieri di Bellinzona centro (località Nocca), Claro, Gudo e Monte Carasso, con inclusa la definizione, in taluni casi ridefinizione, del grado di pericolo.

Tornando nel Sottoceneri, si cercano vie d'uscita per la Masseria di Vigino: il gruppo di lavoro comunale si è messo all’opera per trovare una soluzione per rallentare il degrado e il rischio di perdere una delle preziose testimonianze del passato rurale di questa terra.

La bicicletta come liberazione: da Gadda a Gozzano a Mark Twain, una pubblicazione di Claudio Gregori, firma storica della Gazzetta dello Sport, offre una rassegna di letterati che hanno dedicato spazio alle due ruote.

Dopo la notizia dei sostegni tagliati dalla Commissione culturale cantonale per raggiunti limiti d’età, con Cristina Castrillo ripercorriamo il passato del Teatro delle Radici da lei fondato a Lugano nel 1980. Una realtà che senza l'aiuto finanziario rischia ora di sparire.

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