I gruppi del legislativo cittadino si esprimono sul tema. Su laRegione di oggi, spazio anche alla ciclopista Grigioni-Ticino e l’affaire Aim a Mendrisio
A Lugano, dopo l’intervista sulle nostre pagine della municipale Cristina Zanini Barzaghi sul futuro dell’ex Macello e le risposte dei colleghi di Municipio, si è riacceso il dibattito sugli spazi della cultura alternativa. Su laRegione di oggi, dopo le parole del Municipio, le opinioni dei gruppi politici del legislativo sul tema, fra chiusure (poche) e aperture al dialogo e al supporto.
Lavoratori stranieri, svizzeri o stranieri, non più ragazzi ma con il desiderio di mettersi in gioco. A unire i partecipanti al corso 1133 al centro Ssic per l’ottenimento in un solo anno dell’attestato federale di capacità quale muratore, un "filo rosso": quello della determinazione e del sacrificio.
Solo alcune modifiche puntuali in corrispondenza dell’incrocio con via alle Scuole, e non uno stravolgimento del percorso per il tratto che interessa Castione dell’attesa ciclopista intercantonale Grigioni-Ticino, che resterà dunque sostanzialmente invariato. È quanto emerge oggi dalla variante di progetto in pubblicazione fino al 21 febbraio nella Cancelleria comunale di Arbedo-Castione, con possibilità nuovamente di inoltrare al Consiglio di Stato opposizioni e richieste di modifica ai piani stradali ed espropriativi.
A Mendrisio la crisi di fiducia è ormai acclarata. L‘’affaire reti Ail’ non è rimasto, infatti, confinato all’aula del Consiglio comunale. La riunione settimanale del Municipio si è chiusa, dunque, con una decisione, discussa a fondo, che, a memoria, a Mendrisio non era mai stata presa prima: il dicastero Aim sarà ’commissariato, con l’autorità cittadina che ha deciso, di fatto, di sollevare il capo dicastero Massimo Cerutti dal suo incarico.
Nel suo commento, infine, Roberto Antonini si sofferma sul nullaosta dato dal Governo tedesco alla cessione dei potenti tank Leopard alle forze ucraine. Il cancelliere Olaf Scholz, dopo lunghi tentennamenti, alla fine ha dunque deciso, mandando su tutte le furie il Cremlino. Il ricorso al nucleare quale risposta è stato più volte invocato da Mosca: uno scenario orripilante quanto reale in caso di attacco alla Crimea. Fin quando non emergerà una forte richiesta negoziale (ad esempio sulla base del riconoscimento russo delle frontiere del 23 febbraio 2022 in cambio di quello ucraino di un nuovo status della Crimea) non potrà concludersi l’ultimo atto del dramma.