Ospedali e task force non vedono altre vie per evitare il peggio mentre gli assembramenti fanno discutere. Salta il 'patto di Paese' sui Preventivi ticinesi
Esperti e ospedali decretano il fallimento della strategia svizzera anti-coronavirus dei piccoli passi. Tra noi e una terza ondata, fanno intendere, c'è solo il 'lockdown'. A chiedere il confinamento duro e puro, ieri, anche l'ospedale universitario di Zurigo e la task force scientifica del Consiglio federale. A frenare sono i cantoni romandi, quelli che le chiusure le avevano già introdotte tempo fa, quando da loro era emergenza. Ora la pressione da loro è un po' calata, a differenza delle infezioni che da giorni sono stabili. Il problema in tutto il resto del Paese sale; e difatti i dati nazionali non sono incoraggianti. La decisione della Confederazione su nuove misure è prevista venerdì, la prossima conferenza stampa degli esperti, domani.
Intanto continuano a suscitare polemiche gli assembramenti di ogni genere. Come quelli di molti giovani alla pensilina di Lugano e in Piazza del Sole a Bellinzona. 'I ragazzi hanno cercato di rispettare le regole per mesi, ora non ce la fanno più', commenta la coordinatrice del Servizio prossimità della città sul Ceresio. Nel mentre è saltato anche un altro tappo, quello del 'patto di Paese' tra le forze di governo. Motivo della rottura, il Preventivo 2021 del Cantone in rosso per 230 milioni di franchi (anche a causa del Covid-19). I conti sono stati approvati dal Gran Consiglio, ma senza la Lega, che chiedeva tagli alla spesa.