Il sindaco della città dei Templi con un'ordinanza ha vietato la vendita di oggetti che richiamino ‘in termini positivi’ al fenomeno mafioso
Basta souvenir che strizzano l'occhio ad una sorta di esaltazione della mafia. Il sindaco di Agrigento ne vieta la vendita dopo che in alcune vetrine dei negozi della centralissima via Atenea sono stati esposti alcuni oggetti che ritraggono il classico siciliano vestito di nero, con la coppola e la lupara con tanto di scritta "u mafiusu". Ma c'è anche la coppia, lui e lei su una macchina colorata di verde, bianco e rosso ed entrambi portano sulle spalle il fucile a canne mozze. Poi ci sono le statuine di padre, madre e figlio con tanto di didascalia "famiglia mafiusa".
E così, come riporta il Giornale di Sicilia, il primo cittadino della città dei Templi, Francesco Miccichè ha emesso un'ordinanza che vieta la vendita, da parte di coloro che commerciano souvenir turistici, di oggetti e rappresentazioni rievocative della mafia e dei mafiosi. Nell'ordinanza di divieto, tra l'altro il sindaco scrive: "Ritenuto che la vendita di tali prodotti nel territorio di Agrigento mortifica la comunità agrigentina, da anni impegnata nella diffusione della cultura della legalità, si ordina il divieto di vendita di qualsiasi tipo di oggetto che inneggi, o richiami in qualunque modo e forme, alla mafia e alla criminalità organizzata in termini positivi".
Non mancheranno i controlli e in alcuni casi anche le multe. La Polizia municipale dovrà vigilare sull'esecuzione del provvedimento. Inoltre il provvedimento è stato pubblicato sul sito istituzionale del Comune di Agrigento, assicurandone piena ed ampia diffusione. Ieri, dopo la diffusione della notizia sull'emissione dell'ordinanza, alcuni commercianti hanno ritirato i gadget e i souvenir incriminati nel giro di poche ore.
Già nel 2019 era stato l'allora direttore del Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi, Giuseppe Parello, a fermare la vendita di questi prodotti che erano esposti sulle bancarelle sistemate nel piazzale antistante al punto di ristoro. Quelle bancarelle erano piene zeppe di calamite con ceramiche che raffiguravano il siciliano visto nello stereotipo del Padrino, con tanto di coppola e lupara. Souvenir questi che sono in vendita anche a Palermo nelle bancarelle e in alcuni negozi nei pressi del porto.