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Foreste protette in pericolo: ‘no’ alle Olimpiadi in Ucraina

Gli ambientalisti vedono nei Giochi la legittimazione di diversi progetti di costruzione nei Carpazi, in prossimità di zone boschive protette dall’Unesco

9 novembre 2021
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Cinquantacinque organizzazioni ambientaliste, fra cui le sezioni elvetiche di Pro Natura e Wwf così come il Fondo Bruno Manser, hanno chiesto oggi al Comitato olimpico internazionale (Cio) di non considerare l’Ucraina come possibile sede per le Olimpiadi. Le associazioni hanno inviato una lettera al principe Alberto II di Monaco, presidente della commissione per la sostenibilità dell’istituzione, criticando il fatto che il governo di Kiev del presidente Volodymyr Zelensky utilizzi la propria candidatura per legittimare diversi progetti di costruzione controversi nei Carpazi. Essi si situano in prossimità immediata di zone boschive protette dall’Unesco.

La missiva esige che il Cio rinunci a dei Giochi olimpici invernali nei Carpazi. Durante una recente visita nella capitale ucraina del numero uno dell’organo con sede a Losanna, Thomas Bach, era stato annunciato un dialogo strategico con l’esecutivo locale su un eventuale allestimento della manifestazione a cinque cerchi nel Paese. Allo stato attuale, le Olimpiadi sono già state assegnate per le prossime tre edizioni nella loro versione estiva (Parigi 2024, Los Angeles 2028 e Brisbane 2032) e per le prossime due in quella invernale (Pechino 2022 e Milano-Cortina d’Ampezzo 2026). Il primo slot libero per l’Ucraina sarebbe dunque il 2030, con la città di Leopoli che ha già espresso il proprio interesse. Non vi sono comunque al momento candidature ufficiali e la sede definitiva non sarà scelta prima del 2023.