Sarà stata l’astuzia di Ulisse a ispirare i municipali di Lugano durante gli interrogatori condotti dalla Procura?
“Aiuto, aiuto, Nessuno vuole uccidermi”, urlava Polifemo dalla sua caverna, dopo che Ulisse aveva ficcato una lancia nel suo unico occhio per fuggire con i suoi uomini. Sarà stata l’astuzia dell’eroe di Itaca a ispirare i municipali di Lugano durante gli interrogatori condotti dalla Procura nell’ambito dell’inchiesta per la demolizione dell’ex Macello? A rileggere durante il fine settimana le motivazioni date dal procuratore generale Andrea Pagani per giustificare il suo decreto di abbandono, l’idea di un’Odissea alla luganese non risulta poi così stravagante: Nessuno ha dato l’ordine di abbattere “tutto” il centro sociale del Molino (“claudicante passaggio d’informazioni”); Nessuno ha chiamato le ruspe alcune ore prima che gli autogestiti occupassero il Vanoni (“errore di compilazione da parte della ditta”); Nessuno, insomma, ha infranto la legge nella notte tra il 29 e il 30 maggio 2021. Un certo Juan José Saer, come Omero, potrebbe a questo punto darci il benvenuto nel cantone di Nessuno, niente, mai.