laR+ IL COMMENTO

Tariffe dell’elettricità, una riduzione è gradita

All'Assemblea della Società elettrica sopracenerina approvati gli utili milionari. E gli azionisti si accordano pure un dividendo maggiorato

In sintesi:
  • La solidità dell’azienda che distribuisce elettricità sembra lasciar aperta la porta per una diminuzione dei prezzi
  • Non solo una questione di fatturazione, ma anche di trasparenza: i rendiconto della società, che appartiene a Comuni e Cantone (tramite Aet), non vengono pubblicati 
(Ti-Press)
28 maggio 2024
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Un’azienda solida, con sede a Locarno, che produce ricavi d’esercizio stellari (157 milioni di franchi nel 2023), paga imposte, investe sul territorio e impiega 250 collaboratori. A prima vista la Società elettrica sopracenerina (Ses), con la sua rete che serve circa 80mila case a nord del Monte Ceneri, appare virtuosa: un buon esempio d’imprenditorialità e di successo. Eppure, a guardarla più da vicino emergono alcune incongruenze: le azioni sono in mano a Comuni e Cantone (tramite Aet). I vertici seguono regole da impresa privata, anche se de facto si tratta di una proprietà pubblica. Il Consiglio di amministrazione è composto da municipali – attuali o del passato – e da rappresentanti di Aet; mentre i membri dell’Assemblea sono delegati dei Comuni e della stessa Aet. Di più: il prodotto che fornisce (l’elettricità) andrebbe considerato un bene di prima necessità e non un lusso.

Pur appartenendo ai cittadini, non sembra che la Ses riservi particolare attenzione ai loro problemi. Detto meglio: negli ultimi anni ha aumentato di molto le tariffe, portandosi a casa utili d’esercizio pantagruelici (26,5 milioni di franchi, prima delle imposte, nel 2023). Il prezzo elevato dell’elettricità penalizza le fasce di popolazione più deboli, così come le piccole imprese, in un momento in cui tutto costa di più. Il caro-energia, lo ricordiamo, tocca tutti in Svizzera. Ma di fronte agli utili conseguiti dalla Sopracenerina, approdati nei giorni scorsi all’Assemblea degli azionisti, ci si può chiedere se l’aumento delle tariffe non sia stato eccessivo. Quelle applicate dalla Ses nel cantone con i redditi più bassi del Paese, e che per di più abbonda di energia idroelettrica a buon mercato, sono fra le più alte a livello nazionale, anche per quanto riguarda la tassa base. Poco consola sapere che i guadagni vanno agli azionisti pubblici. Azionisti che, durante l’assemblea, hanno approvato un dividendo straordinario, aumentando quindi i propri introiti. Una manovra che non può che suscitare perplessità.

Il presidente del Consiglio di amministrazione, Alain Scherrer, in un’intervista (in cronaca del Locarnese) spiega le strategie aziendali. Qua e là lascia spazio a possibili miglioramenti. Ad esempio per quanto riguarda la trasparenza: infatti, il rendiconto Ses non viene reso pubblico. Allo stesso modo, apre a una riflessione per calmierare le tariffe.

Fare un passo indietro, adottando manovre con un ridimensionamento degli utili e una maggiore attenzione verso cittadini, commerci e piccole aziende, sarebbe più che auspicabile. Non un regalo, ma una mano tesa alle persone, alle famiglie e all’economia. Anche il capitolo delle riserve accumulate dalla Ses non lascia indifferenti visto quanto sono salite negli ultimi tre anni. La solidità dell’azienda è data, eccome. Pure da questo punto di vista l’impressione è che non sia più necessario spremere i portamonete, ormai all’affanno, dei cittadini-consumatori.

Per la Sopracenerina è giunto il momento di intraprendere un’operazione “trasparenza”, pubblicando i suoi rendiconti, compreso il dato sugli emolumenti (secretati) versati ai membri del Consiglio di amministrazione. Ma anche di andare incontro ai clienti privati, agli artigiani e ai commercianti, riducendo le fatture: l’impressione è che un calo dei ricavi d’esercizio, delle riserve e dei dividendi non potrà intaccare più di quel tanto la forza dell’azienda.

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