laR+ IL COMMENTO

Tutti i dubbi della vicenda Ivanov

La Mosca dei potenti storce il naso all’ascolto della storiaccia della corruzione condita da tangenti. Non è che vecchi nodi sono giunti al pettine?

In sintesi:
  • Cosa significa la clamorosa uscita di scena del potentissimo viceministro della Difesa?
  • Sia Putin sia Shojgu erano a conoscenza della vicenda giudiziaria e avrebbero dato il loro assenso all’arresto
Timur Ivanov
(Keystone)
3 maggio 2024
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L’arresto di Timur Ivanov è stato un fulmine a ciel sereno. A poche ore dalla scelta del nuovo governo federale russo – con l’assegnazione contemporanea di incarichi influenti per la gestione di copiosi fondi – le lotte intestine nelle stanze del potere moscovita vengono a galla. Per anni gli analisti e i giornalisti si sono sentiti dire dai soliti “bene informati” che Vladimir Putin era l’unico a riuscire a tenere sotto controllo gruppi con interessi spesso contrastanti se non opposti. E adesso? Cosa sta succedendo? Cosa significa la clamorosa uscita di scena del potentissimo viceministro della Difesa, da oltre un decennio il braccio destro di Sergej Shojgu, a sua volta persona di massima fiducia del capo del Cremlino, con cui il presidente russo va insieme in vacanza almeno una volta l’anno?

Ufficialmente Ivanov, numero due del ministero, responsabile di tutte le commesse della Difesa in campo edilizio tra cui quella fondamentale per la propaganda russa di ricostruzione di Mariupol (distrutta nei combattimenti della primavera 2022), è accusato dagli inquirenti di aver incassato delle tangenti. Sia Putin sia Shojgu erano a conoscenza della vicenda giudiziaria e avrebbero dato il loro assenso all’arresto. Ma già due anni fa la Fondazione anticorruzione di Aleksej Navalny aveva pubblicato una sua inchiesta sul chiacchierato viceministro – amante con l’ex moglie del lusso e proprietario di numerosi beni immobili in Europa –. Quindi, gli inquirenti hanno bussato a una porta nota. I particolari però qui fanno la differenza: l’indagine è stata svolta dagli uomini dei Servizi segreti su un alto funzionario che, si badi bene, non è come Shojgu un militare di professione, ma è inquadrato tra i quadri dirigenti delle Forze armate.

Primo dubbio, quello più logico. Questa vicenda, evidentemente a orologeria, è stata tirata fuori ora per mettere in difficoltà Shojgu, una delle personalità più popolari in Russia stando ai sondaggi, o addirittura farlo cadere in disgrazia agli occhi di Putin? Secondo dubbio: siamo in presenza di un momento di tensione tra gli uomini dei Servizi e i militari? Terzo dubbio: non è che i militari di professione vogliano alla guida del Ministero uno di loro? Dall’inizio della cosiddetta “Operazione speciale” in Ucraina le rotazioni tra gli alti comandi delle Forze armate sono state continue. L’ultima ha riguardato la Flotta del Mar Nero. Quarto dubbio: la rivolta della compagnia privata Wagner manca ancora, dopo quasi un anno, di tante risposte. Non è che vecchi nodi spinosi sono giunti al pettine?

La Mosca dei potenti storce il naso all’ascolto della storiaccia della corruzione condita da tangenti: sa come funziona il sistema. E infatti la voce che Ivanov sia anche accusato di tradimento è stata ripresa persino dalle agenzie di stampa federali, ma non vi sono conferme ufficiali.

Militari, “siloviki” (uomini dei Servizi e degli Interni), economisti liberali, ultraconservatori, tradizionalisti, oligarchi più o meno miliardari, imprenditori grandi e medi. Che fatica si fa per tenere tranquilla tutta ’sta gente! Putin, che si fida dei soli “pietroburghesi” – i suoi amici di vecchia data – ha davvero un bel daffare. Guardarsi le spalle potrebbe essere per lui garanzia di longevità politica.