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Referendum misure di compensazione Ipct, sinistra e centrodestra compatti all'insegna del compromesso. Se sconfitti saran dolori, non solo per le pensioni

In sintesi:
  • La politica ha l'occasione di dimostrare di essere ancora capace di influenzare e convincere il popolo
  • Viene da chiedersi dove sia finito il potenziale bacino di voto delle recenti manifestazioni contro il Preventivo 2024
  • La piazza ha detto stop ai tagli, le urne di Cantonali, Federali e Comunali hanno premiato il centrodestra
Campagna lanciata
(Ti-Press)
19 aprile 2024
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La dimostrazione della forza del settore pubblico in Ticino è tutta nel vedere allo stesso tavolo i presidenti di Plr, Centro, Ps e Verdi dire le stesse cose. Persone che non sarebbero d’accordo nemmeno nel sostenere che l’acqua bagna hanno dispensato unità, sorrisi e gagliarda promessa di grande battaglia a sostegno delle misure di compensazione per i dipendenti pubblici affiliati all’Istituto di previdenza del Cantone Ticino, a seguito della diminuzione del tasso di conversione. 14 milioni annui, a carico dell’Ente pubblico, su cui il popolo si esprimerà domenica 9 giugno dopo il referendum finanziario obbligatorio deciso dal Gran Consiglio immediatamente dopo aver detto sì ai 14 milioni di cui sopra.

Quella foto che vede allo stesso tavolo Alessandro Speziali, Fiorenzo Dadò, Fabrizio Sirica e Samantha Bourgoin parlare all’unisono apre però un’altra questione, vale a dire la non consequenzialità tra le frequentate manifestazioni convocate in questi ultimi mesi a difesa del servizio pubblico, secondo i sindacati minato dalle misure di rientro dal deficit, e i risultati usciti dalle urne nel giro di un anno tra Cantonali, Federali e Comunali. Elezioni che hanno premiato a più riprese – compreso lo spedire a furor di popolo i due candidati meno ‘sociali’ al Consiglio degli Stati, Marco Chiesa e Fabio Regazzi – il fronte borghese. Quella destra, fieramente antistatalista come quella Udc, liberale come quella del Plr, più sociale come quella maggioritaria nel Centro. Ma sempre destra è, e sempre è agli antipodi dei cortei visti per le strade di Bellinzona tra slogan, protesta viva e canzoni da 1° Maggio dagli altoparlanti.

Ebbene: quel potenziale bacino di voto, che fine ha fatto? Perché non è stato intercettato dalle forze della sinistra che, anzi, sono in una flessione antitetica rispetto a quanto ci si potrebbe aspettare in tempi dove si dice e si scrive che i diritti sociali e il servizio pubblico sono sotto attacco? E ancora: perché a uscire rafforzate dalle urne sono proprio quelle forze politiche che, tra un “pragmatismo” messo qua e là e un pallottoliere tirato fuori all’occorrenza, hanno ribadito più volte la loro posizione in merito alle finanze cantonali?

Il discorso nella sua complessità può essere più limpido di quel che nasconde l’acqua torbida in superficie. La sinistra non si è dimostrata credibile nell’incanalare verso schede e crocette una protesta che ha avuto comunque una sua dimensione, e questo è un dato. Ma ancor di più, il fatto è che a venire colpite dai vari tagli sono le persone più fragili: permessi B e in misura minore C che non hanno diritto di voto, o donne e uomini che ormai con grande disillusione hanno smesso di votare e quindi di partecipare alla vita democratica. Allarmante.

La questione delle pensioni dei dipendenti pubblici è un po’ diversa. Sarà interessante appunto per questo constatare il destino di tali misure di compensazione in una domenica elettorale che vedrà protagoniste anche la riforma fiscale e gli 80 milioni, che tra tutto si tradurranno in un quarto di miliardo di franchi, per il “Norman Building” di Lugano da dedicare alla nuova Cittadella della giustizia. Per capire, se non altro, quanto seguito avrà avuto un comitato che conta oltre due terzi degli eletti in Gran Consiglio. Aggiungere un posto a tavola per il popolo non sarà facile, ma allo stesso tempo sarà un’occasione per la politica di dimostrare di essere ancora capace di influenzare, trainare, convincere. In caso contrario saranno dolori, e non solo per le pensioni degli statali.

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