In una società che chiede al cittadino di denunciare episodi di molestie, allo stato attuale l’esito della vicenda ‘Ermani’ lo invita a farsi i fatti suoi
Trattati come Franco Verda, il presidente del Tribunale penale cantonale che nel giugno del 2001 venne condannato per essersi fatto corrompere da Gerardo Cuomo, un boss del traffico internazionale di sigarette. A Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti è stato risparmiato, rispetto a Verda, solo il carcere. Ma se il Ticino di allora, soprattutto il suo governo, accolse con sgomento le manette ai polsi di un alto magistrato, quello odierno la butta in commenti da bar. Come non biasimare, infatti, il responsabile delle Istituzioni Norman Gobbi, che a commento della destituzione dei due giudici se n’è uscito ammiccando: “Bastava unire i puntini per sapere che sarebbe finita così”. Ai tempi del caso Verda il suo predecessore, Luigi Pedrazzini, mai si sarebbe sognato di permettersi un commento del genere, pur avendo le carte per farlo.
Come non dimenticare, poi, la voce grave con cui il presidente del Consiglio di Stato dell’epoca, Giuseppe Buffi, annunciò l’avvio dell’inchiesta su Franco Verda. Per ironia della sorte, invece, è chi occupa la sua carica oggi, Mauro Ermani, a uscire (per ora) vincitore da una storia penosa che, ci risulta, ha gettato più discredito sulla magistratura della vicenda di un quarto di secolo fa. Ermani, nell’epoca in cui nei rapporti tra i due sessi bisogna giustamente soppesare le parole, ha inviato via WhatsApp a una segretaria del Tpc, che aveva denunciato la propria capoufficio per mobbing, la foto di due falli giganti. Appena emerse la notizia l’ex procuratore straordinario del processo a Franco Verda, Luciano Giudici, dichiarò indignato che Ermani doveva dimettersi immediatamente. Invece è successo che Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti sono stati destituiti perché il messaggio di Ermani non costituisce reato di pornografia ed è grave che non lo sapessero.
Primo morale della favola: in una società che chiede al cittadino di denunciare episodi di molestie di cui è testimone, allo stato attuale l’esito di questa vicenda lo invita a farsi i fatti suoi. Seconda morale: la querelle tra Quadri, Verda Chiocchetti ed Ermani, gestita nel modo peggiore, ha gettato tale discredito sulla magistratura da trasformare in una passeggiata la vittoria, in referendum, di chi si opponeva al trasferimento del Palazzo di Giustizia nello stabile Efg. Terza e ultima: la credibilità della giustizia ticinese esce a pezzi dalla necessità di dover ricorrere al magistrato di un altro Cantone, il grigionese Franco Passini, nominato in fretta e furia procuratore pubblico straordinario, per risolvere una delicata faccenda interna. Sarà che i magistrati del calibro e della tempra di un Luciano Giudici, e ci capita ancora una volta il paragone con il caso Verda, sono spariti dalla circolazione per lasciare spazio a mediocri giuristi?