laR+ IL COMMENTO

Questa è la (13esima) Avs: prendere o lasciare

Una rendita di vecchiaia supplementare rafforzerebbe, non indebolirebbe, la solidarietà ricchi/poveri e giovani/anziani su cui poggia il primo pilastro

In sintesi:
  • Se il 3 marzo l’iniziativa sindacale verrà accolta, la prossima riforma dovrà essere ancor più incisiva
  • Ma dove esattamente si andrà a parare, dipenderà non tanto dalla ‘realtà demografica’, quanto dalle maggioranze politiche
Vivace dibattito attorno alle condizioni di vita degli anziani e all prospettive finanziarie dell’Avs
(Keystone)
10 febbraio 2024
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Nonni che non possono più portare i nipotini allo zoo. Anziani costretti a rinunciare a caffè e giornale al bar. Una pensionata che non riempie più il tank della nafta, ridotta a scaldare la sua casa con delle stufette. Sindacati, sinistra e Lega intonano il pietistico mantra degli anziani poveri/poveri anziani. Suggeriscono che la povertà, nella terza e quarta età, sia un fenomeno diffuso. Che toccherebbe ormai anche chi si è sempre sentito parte del rassicurante ceto medio.

Non sono pochi in effetti i pensionati costretti a tirare la cinghia. Ma sono pur sempre una netta minoranza dei 2,5 milioni di beneficiari Avs. Dovremmo scandalizzarci, quindi, per i miliardi che ogni anno verrebbero distribuiti “a innaffiatoio”, cioè anche a quell’ampia maggioranza di anziani che potrebbero più o meno tranquillamente farne a meno?

L’Avs è una potente macchina ridistributiva. Le rendite sono ‘plafonate’, i contributi – proporzionali al salario – no. E così un milionario versa nel primo pilastro molto più degli altri; senza per questo ricevere in cambio, da pensionato, una rendita superiore alla ‘massima’ (che è solo il doppio della ‘minima’). Viceversa, chi guadagna poco riceverà più (spesso molto di più) di quanto ha versato. La 13esima Avs rafforza questa solidarietà tra ricchi e poveri. Sì: per permettere a un nonno di tornare allo zoo coi nipotini, bisogna che persino un Christoph Blocher intaschi poche centinaia di franchi in più al mese. Questa è l’Avs: prendere o lasciare.

O dovremmo indignarci per il fatto che sarebbero i ‘giovani’ a vedersi recapitata la fattura di questo presunto regalo?

L’Avs si fonda anche su un patto generazionale: chi lavora paga le rendite di chi è in pensione. La 13esima Avs rafforza questa solidarietà tra ‘giovani’ e anziani. Sì: per finanziarla, i lavoratori dovranno verosimilmente rinunciare a una ventina di franchi al mese in media in busta paga; salvo poi riceverne in cambio, una volta in pensione, otto volte tanto in rendita. Anche questa è l’Avs: prendere o lasciare.

Nessuno nega che – alla luce della realtà demografica – le prospettive finanziarie per il primo pilastro e le casse della Confederazione possano apparire piuttosto fosche, figuriamoci se appesantite dal miliardario fardello. Ma da qui a decretare la “rovina” dell’Avs, ce ne passa.

Di certo ora c’è solo che tra pochi anni – 13esima o no – servirà un’iniezione finanziaria. Ed è fuor di dubbio che se l’iniziativa verrà accolta, la prossima riforma (nel 2026) dovrà essere ancor più incisiva. Per il resto, però, tutto è aperto. A partire dalle ‘leve’ da azionare per far sì che le casse dell’Avs si mantengano sane oltre il 2030. Il mix potrebbe anche comprendere – perché no? – una microtassa sulle macrotransazioni finanziarie (l’ha evocata il ‘senatore’ del Centro Beat Rieder, non chi ancora pretende di superare il capitalismo), oppure un flessibile e differenziato aumento dell’età di pensionamento.

Non sarà la ‘realtà demografica’ a dettare legge, ma le maggioranze politiche. A formarle saranno gli stessi che preferiscono rimpinguare il budget dell’esercito, anziché far saltar fuori una somma identica per una 13esima Avs? Gli stessi che passano volentieri sotto silenzio il fatto che le rendite del secondo pilastro sono da tempo in caduta libera? Gli stessi che, dopo aver scartato un controprogetto, adesso strombazzano ai quattro venti promesse sull’aumento delle prestazioni complementari (Pc) o delle rendite minime Avs, fingendo di non essere stati loro a volere che dal primo gennaio a decine di migliaia di anziani in difficoltà venissero ridotte o addirittura cancellate le Pc?