Il prossimo 3 marzo la 13esima Avs sarà una delle due iniziative sulle quali saremo chiamati a esprimerci. Se la riforma del 1º pilastro dovesse essere approvata, sarebbe un giusto riconoscimento, un atto dovuto per la maggioranza delle persone che ne è a beneficio e non un “regalo per ricchi”, come asserito dai contrari a questa proposta.
È risaputo che sempre più anziani fanno fatica ad arrivare alla fine del mese, poiché sono confrontati con aumenti sensibili del costo della vita e del lievitare dei premi di cassa malati. Questi, ormai da diverso tempo, sono diventati insostenibili e non riconosciuti nel paniere del calcolo del rincaro. Gli avversari dell’iniziativa sostengono che le persone in difficoltà possono appellarsi agli ammortizzatori sociali come l’assistenza e i vari sussidi.
Si tenga conto che molte persone non raggiungono la cifra minima richiesta dalla legge per ottenere l’aiuto, questo accade talvolta perché hanno entrate che superano di poco la soglia minima, e in tanti altri casi semplicemente in quanto proprietari della propria casa. Ci sono inoltre, e non sono sicuramente pochi, quelli che si trovano prigionieri della propria dignità e dell’orgoglio di poter dire di non aver mai dovuto chiedere aiuti esterni per vivere.
Soffermandoci per inciso sul tema della casa di proprietà, mi dispiace considerare con quanta frequenza si incontrino persone anziane che hanno faticato una vita per avere la loro casa e mai avrebbero immaginato che quegli sforzi gli si sarebbero rivoltati contro negli anni della vecchiaia. Ritengo profondamente disumano mettere la persona anziana di fronte al ricatto: “O vendi la casa, o stai nella tua povertà senza batter ciglio”. Se dovesse passare l’iniziativa, si verificherebbe un indotto nelle imposte cantonali, comunali e federali, e ne beneficerebbe l’economia.
Su come finanziare questo aumento Avs, direi che andrebbe interpellata la Banca Nazionale nella ripartizione dei profitti accumulati negli anni favorevoli. Una considerazione importante e da non sottovalutare: la Svizzera è riconosciuta per essere la nazione più generosa verso l’esterno quindi è auspicabile in questo caso uno sforzo in favore di una giusta causa all’indirizzo dei cittadini che hanno contribuito a costruire il benessere e la ricchezza di questo Paese.