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Arma il prossimo tuo come te stesso

Putin non è il primo ad affidare denaro, armi e potere a qualcuno che poi glieli rivolta contro. Da Parigi a Kabul abbondano gli esempi, ma nessuno impara

In sintesi:
  • La storia della Comune di Parigi avrebbe dovuto far suonare un campanello al Cremlino
  • Non tutti sono Garibaldi, Prigozhin no di sicuro
  • Afghanistan contro Unione Sovietica, ricorda qualcosa?
Maschere di guerra
(Keystone)
27 giugno 2023
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È un vecchio vizio di imperi, imperatori e imperialisti o aspiranti tali. Di ogni colore e di ogni tempo. Nel dubbio, per proteggermi, metto in mano le armi a qualcuno che le sa maneggiare o non ha paura a farlo. Quando vedo che le usa bene gliene do ancora un po’, anzi gli metto in mano anche dei soldi, faccio crescere la sua popolarità.

Il cane sciolto o – se vogliamo – l’eroe in disparte, quello che affianca e sostiene il potere, ma non lo incarna è una maschera letteraria più vecchia della letteratura stessa, nata suppergiù per raccontare guerre. Garibaldi fu uno dei personaggi più splendenti in questo senso: molto meno controverso oggi, lo fu tantissimo in vita. Non a caso i Savoia, Cavour e anche i successivi governi del Regno d’Italia, non si fidavano fino in fondo di lui a tal punto da cercare di armarlo e sostenerlo sempre il giusto e mai più del dovuto. Con lui, però, fedele a sé stesso e ai suoi ideali, alla fine non ci fu mai modo di pentirsi.

Keystone
I militari del Gruppo Wagner

La Storia racconta invece altre storie che avrebbero dovuto far suonare almeno un campanello d’allarme al Cremlino mentre l’ego, le truppe e il conto in banca di Yevgeny Prigozhin si ingrossavano e l’invasione dell’Ucraina s’accartocciava. Con l’esercito regolare di Putin a collezionare figuracce, i mercenari del Gruppo Wagner di Prigozhin erano diventati, con i loro successi in battaglia, una carta da spendere nella propaganda continua e disperata che serve allo zar per restare in piedi.

Ingigantire la figura di Prigozhin ha portato alla Marcia su Mosca, i cui contorni restano da definire e i cui effetti restano ancora da vedere: tant’è, Putin non è mai sembrato così pericolante nei suoi vent’anni e oltre al potere.

Nell’Urss degli anni Settanta, i militari sovietici addestrarono i combattenti afghani in chiave antipakistana (alleati degli Usa) e antibritannica. Quando i rapporti tra Kabul e Mosca si deteriorarono e iniziò l’invasione dell’Afghanistan, l’Armata Rossa si trovò a sfidare guerriglieri che avevano imparato tutto da lei e usavano le armi che lei stessa gli aveva gentilmente consegnato. Finì con una batosta per i sovietici, anche perché gli americani e gli alleati occidentali avevano dato denaro, potere interno e altre armi ai mujaheddin, di fatto quelli che per ben due volte riusciranno a prendere il potere alla faccia dei tentativi di Washington di tirare l’Afghanistan dalla propria parte.

Keystone
Il ritiro delle truppe sovietiche dall’Afghanistan

In Iraq non fu molto diverso, con gli Usa a finanziare Saddam Hussein per paura di Khomeini, negli anni della guerra tra Iran e Iraq: anche lì, qualche anno dopo, ci si ritrovò a sfidare qualcuno che ti sparava indietro i tuoi dollari a forma di pallottola.

Un precedente illustre di armi consegnate a chi non si farà scrupoli a rivoltartele contro è quello della Comune di Parigi, con il popolo armato fino ai denti dal potere stesso, che, in difficoltà (l’Impero di Napoleone III si era dissolto dopo la disfatta di Sedan) decise di allargare l’ingresso nella Guardia Nazionale a chiunque ne facesse richiesta: ti davano un franco e mezzo al giorno, una divisa e un fucile. La paga era bassa, ma tanto lavoro non ce n’era più: ormai gli operai disoccupati avevano più armi che cibo. E cosa fa nell’Ottocento un popolo (per di più francese) armato e affamato? Mette insieme i fucili e attacca il potere. I ribelli vinceranno e poi perderanno. Chissà come finirà a Mosca dopo questo primo round. Una cosa è certa, amare il prossimo tuo come te stesso resta sempre un ottimo consiglio; armarlo, decisamente meno, soprattutto se sei al potere.

Wikipedia
La sparatoria all’Hôtel de Ville di Parigi, il 22 gennaio 1871