laR+ IL COMMENTO

Carovita, la ricca Lugano non sia la tirchia Lugano

Bocciata l’interessante proposta di emendamento di Centro e Ps-Pc, sale l’attesa per i prossimi passi del Municipio invitato a dare risposte concrete

In sintesi:
  • A parole il consenso politico è trasversale: qualcosa si deve fare contro il carovita. Ma cosa? E basterà?
  • Non politicamente, ma socialmente progressista: la classe politica di Lugano non tradisca l’identità della Città e si assuma il rischio di proporre aiuti concreti.
I mezzi finanziari ci sono, la volontà politica sembrerebbe anche
(Ti-Press)
23 dicembre 2022
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Nessun pacco regalo a sorpresa firmato Città di Lugano per il Natale dei luganesi. La maggioranza del legislativo, in linea con la maggioranza del Municipio, ha affossato il 19 dicembre l’emendamento di Centro e Ps-Pc che chiedeva sostanzialmente di costituire un fondo d’emergenza di 5 milioni da elargire ai cittadini dei ceti medio e basso di Lugano durante il 2023. Un aiuto straordinario, per far fronte al carovita, che non ha raccolto consensi a sufficienza nonostante tutte le formazioni politiche e l’esecutivo stesso abbiano confermato durante la seduta, con toni differenti, l’esistenza di una problematica. Alle belle parole, seguano ora i fatti.

Ostacoli più o meno reali

La proposta di emendamento, coraggiosa e interessante, si è scontrata con alcuni ostacoli evidenziati dalla maggioranza, più o meno reali. Poco credibile appare la giustificazione della sostenibilità finanziaria, un po’ perché la proposta era limitata al solo 2023 – anno fiscalmente straordinario per le casse comunali – e un po’ perché proprio in questi giorni sono state svelate le cifre del pre-Consuntivo 2022 che prospettano un avanzo d’esercizio tendente ai 4 milioni. Sì, c’è lo spauracchio dell’aumento anticipato del moltiplicatore d’imposta che aleggia sullo sfondo, ma si tratta di uno scenario ancora tutto da verificare e di una discussione politica ancora relativamente lontana. Ancor meno solida ci sembra poi la giustificazione dei tempi stretti per concretizzare la base legale: regolamento e/o ordinanza, con relativi messaggio e tempi giuridici, possono essere portati a casa in meno di un anno. Certo, ci vogliono la volontà politica e un ampio consenso, ma questi non dovrebbero mancare tornando alle belle parole di lunedì. Un problema più concreto è invece il criterio di assegnazione per questi aiuti. L’emendamento demandava questa competenza al Municipio, proponendo criteri di natura fiscale che incontrerebbero oggettive difficoltà, dalla privacy dei dati fiscali a eventuali distorsioni dovute all’anno di riferimento dei dati.

‘Qualcosa si farà’. Cosa? E basterà?

Punti di vista. Di fatto, l’emendamento non è passato ma ha avuto il merito di sollevare una questione di stretta attualità e di portare le maggioranze di legislativo ed esecutivo a esporsi: il dado è tratto. Qualcosa si farà, è stato detto. A tal proposito, ieri è arrivata anche la notizia dell’adeguamento (+2,5%), sulla base del rincaro, delle soglie di reddito disponibile residuale sotto alle quali si possono richiedere le prestazioni del Regolamento sociale comunale di Lugano. Suddetti limiti verranno ulteriormente rivisti verso l’alto, anticipa il Municipio in una nota. Ma questo basterà?

Città politicamente non progressista, socialmente sì

L’istanza portata avanti da Lorenzo Beretta Piccoli ed Edoardo Cappelletti e dai rispettivi gruppi, pur con i suoi limiti e i suoi ostacoli, aveva il grande pregio di rivolgersi a un target molto ampio, tutto da definire: ceti medio e basso. Di fatto, solo quest’ultimo rientra invece nei parametri del Regolamento sulle prestazioni comunali in ambito sociale. Da questo punto di vista, Lugano è all’avanguardia fra tutti i Comuni ticinesi per completezza, flessibilità, capacità di individualizzare le problematiche e gli interventi. Non per motivi di colore politico: Lugano non è una città politicamente progressista. Ma socialmente sì, e questo è dovuto alla sua disponibilità finanziaria, decisamente maggiore rispetto alle altre realtà comunali nel cantone.

Assumersi il rischio per un aiuto concreto

E allora l’invito a Palazzo civico è quello di mantenere fede a questa sua tradizione e a questo suo primato anche nel 2023. Un regolamento e un’ordinanza per un fondo di aiuto puntuale non sono degli strumenti ritenuti adeguati e/o fattibili? D’accordo. Il Municipio smentisca però chi oggi lo accusa di essere poco propositivo, formulando delle proposte concrete, che vengano incontro alle esigenze reali della popolazione e assumendosi anche il rischio di fare qualcosa con la consapevolezza che nessun aiuto sociale è perfetto. Fare poco per non imbattersi in eccezioni o distorsioni, può portare al contro effetto di lasciare in difficoltà la maggioranza dei cittadini.