Costi accresciuti e sostegno ‘sanitario’ mal digerito: non fa l’unanimità la proposta formulata nella bozza di rapporto della Commissione delle petizioni
Resta per il momento una chimera, l’individuazione, da parte della politica cittadina, della maniera corretta per contrastare, almeno in parte, i rincari energetici. La sensazione è che la bozza di rapporto, nell’ambito della revisione del regolamento sulle prestazioni comunali in ambito sociale, proposta ai gruppi in Consiglio comunale a Lugano, sia destinata a essere ridimensionata. Non solo perché è stata bocciata senza appello dal sindaco Michele Foletti. Ma anche perché la proposta di aiuti è raddoppiata a dieci milioni di franchi, rispetto all’emendamento bocciato nell’ultima seduta dell’anno scorso, ma sostenuto nel principio da quasi tutti, Municipio incluso. Intanto, le posizioni dei gruppi politici cominciano a delinearsi.
Cominciamo dalla malcelata delusione, per certi versi comprensibile, espressa da Lorenzo Beretta Piccoli, capogruppo del Centro in Consiglio comunale e promotore dell’emendamento assieme Edoardo Cappelletti: «Questo dossier sta prendendo una piega che preoccupa e non mi rende particolarmente ottimista. Innanzitutto, il rapporto è ancora in bozza e credo che certe discussioni debbano rimanere all’interno della Commissione piuttosto che sulle pagine dei giornali. In secondo luogo, ora come ora siamo confrontati con una situazione dove il Municipio si dice propenso fare un passo avanti nei confronti dei cittadini ma contestualmente spara a zero su ogni proposta». L’amarezza del capogruppo del Centro è lampante: «Dall’altra parte, abbiamo i relatori in petizioni che con il loro rapporto alzano il tiro e ben difficilmente amplieranno la base di consenso (anzi si rischia il contrario). Il rischio d’empasse è grande. Serve che il Municipio si renda finalmente propositivo (sono ormai passati oltre 2 mesi dal Cc di dicembre) e spieghi concretamente cosa intendeva con le parole del sindaco "Non lasceremo indietro nessuno". Qualsiasi proposta dev’essere quindi primariamente discussa con l’esecutivo nell’ottica di trovare una soluzione condivisa, in caso contrario non si faranno passi avanti».
A Rupen Nacaroglu, capogruppo Plr, pare «evidente che spese riconosciute nella proposta della Commissione delle petizioni vadano oltre allo spirito delle richieste di revisione del Regolamento sulle prestazioni Comunali in ambito sociale. L’aumento dei costi energetici deve rimanere imperativamente il focus delle modifiche: non ritengo personalmente sostenibile, sia da un punto di vista finanziario che organizzativo, pensare che questi aiuti vadano anche a coprire spese di fatto ricorrenti (come la cassa malati) per di più già riconosciute in ambito di altri aiuti». Nacaroglu aggiunge che «i chiarimenti ricevuti in questi giorni dal Municipio permetteranno alla Commissione delle petizioni di rivedere la propria posizione e di tornare celermente sui tavoli del Consiglio comunale con una proposta che possa, finalmente, mettere d’accordo tutti».
Alain Bühler, capogruppo Udc: «Concordiamo che un aiuto mirato e momentaneo alle famiglie luganesi per far fronte all’impennata dei costi energetici può essere concesso tramite l’aiuto sociale comunale. Per quanto riguarda i costi relativi all’assicurazione malattia, riteniamo che la competenza sia federale e cantonale. La Città di Lugano, soprattutto in un momento per niente roseo per le finanze comunale, non può sopperire a compiti attribuiti ad altri livelli istituzionali. Riteniamo altresì che tale aiuto debba essere però circoscritto a quest’anno. Solo a seguito di una valutazione da parte del Municipio, può essere prolungato per altri 6 o 12 mesi». Non solo. Secondo Bühler, «aspettarsi con l’attuale politica energetica un ritorno delle tariffe energetiche ai livelli pre-crisi è un’utopia. Gli stessi partiti di centro-sinistra che invocano oggi maggior sussidi alla popolazione per far fronte all’esplosione dei costi energetici, dovrebbero farsi un esame di coscienza. Se siamo giunti a questo punto è a causa delle loro stesse politiche».
Condivide questa posizione anche il capogruppo della Lega dei ticinesi Lukas Bernasconi, secondo cui «in questa bozza di rapporto c’è anche l’aiuto per far fronte all’incremento dei premi cassa malati, per i quali ci sono già altre forme di sostegno. Quindi, la proposta, che non è nemmeno transitoria, cambia completamente, perché
oltrepassa il contributo voluto per contenere l’aumento dei costi energetici. Noi saremmo favorevoli a un intervento di sostegno, per dare una mano alle situazioni più difficili, utilizzando il Regolamento delle prestazioni comunali in ambito sociale di Lugano. Le proposte contenute nella bozza di rapporto della Commissione delle petizioni vanno nettamente al di là, creando problemi di ordine giuridico sui regolamenti e potrebbe anche mettere in crisi il sistema di finanziamento della società a Lugano. Una proposta che genera una uscite di oltre quattro milioni di franchi».
Il capogruppo socialista Carlo Zoppi ritiene invece che la bozza di rapporto della Commissione vada nella direzione «di quanto da noi auspicato per affrontare un problema gravoso per la popolazione come l’aumento dei costi di energia e sanità. Le casse malati sono un problema serio che mettono in difficoltà un numero sempre maggiore di persone e famiglie generando maggiore povertà». Zoppi riconosce che la cifra emersa - dieci milioni di franchi - è sostanziosa «ma fino a quando la politica federale non risolverà il problema delle casse malati, saranno i cittadini a essere messi alle strette e gli enti cantonali e comunali a pagarne gli effetti per evitare un aumento di disagio sociale e l’impoverimento della popolazione».
Dal canto suo, il capogruppo dei Verdi di Lugano Danilo Baratti «ammette pure che, come ha detto il sindaco, la bozza di rapporto commissionale vada al di là di quanto era stato fin qui prospettato. Però, la commissione sta cercando di rispondere a quanto le era stato chiesto, più o meno direttamente, dal Consiglio comunale e dal Municipio». Il capogruppo dei Verdi ritiene che «si sollevino due questioni: quella delle norme non transitorie e quella del peso finanziario di questi aiuti. Sul primo punto va ricordato che proprio chi era contrario all’emendamento, che chiedeva un aiuto una tantum, ha voluto spostare sul regolamento la risposta al problema. Quanto ai costi temuti, mi pare che invece di respingere la proposta commissionale ci sia spazio per ritoccarne i margini, anche sulla scorta dei dati forniti ora dal Municipio. Certo colpisce, dopo scelte di grandeur fuori scala come il Pse, vedere oggi tanta prudenza».