In alcuni cantoni multe salatissime sembrano ‘punire’ i potenti Suv dei più ricchi. Ma il codice della strada rischia di far più male ai poveri
Un Robin Hood elettronico che ti scarica un lampo in faccia, come i flash al magnesio delle macchine fotografiche di un tempo. Parliamo di radar, che associamo all’eroe della foresta di Sherwood, perché capita che alleggeriscano le tasche dei ricchi. Il caso recente è quello di una ricca signora di Zurigo che, beccata a 90 all’ora dove il limite è di 50 nel comune svittese di Wollerau, si è vista infliggere una multa di 400mila franchi, poi ridotti a 209mila grazie a un ricorso della donna. Il cui patrimonio, come ha scritto il Blick, ammonta a 13 milioni di franchi. Di qui l’azione punitiva del Robin Hood su treppiede, in base al principio per cui la multa per gravi infrazioni stradali si paga in base al reddito.
Agli occhi di quegli estimatori dell’eroe popolare inglese che sicuramente hanno ridacchiato, se non esultato, di fronte alla notizia della mega-multa, si aggiunge l’aggravante di un’infrazione commessa alla guida di un’auto per nulla eco-friendly, trattandosi di un grosso e potente suv. Ovvero di uno “stupid useless vehicle”, per usare un termine coniato negli Stati Uniti dagli avversari dei grossi veicoli a quattro ruote motrici che scorrazzano sulle strade con le loro elevate emissioni di CO2. Insomma, tornando all’infrazione di Wollerau potremmo dire che sia stata un’occasione per consentire a Robin Hood e a Greta Thunberg di tenersi per mano. Un bel quadretto di buone intenzioni, guastato però dal fatto che dove c’è Robin Hood arriva, di solito, anche lo sceriffo di Nottingham.
Sì, perché se la ricca signora zurighese avrà pagato, sia pure sacramentando, la multa di 209mila franchi, quella scoppola, considerando il suo cospicuo patrimonio, non le avrà cambiato la vita. Semmai dovrà affidarsi a qualcun altro per farsi scarrozzare con il suv, visto che rimarrà per un bel po’ senza patente.
Tuttavia lo sceriffo di Nottingham, passato da esattore del principe Giovanni a funzionario di Via Sicura, non fa piangere solo i ricchi ma manda in malora i poveri. Citiamo, a titolo d’esempio, la vicenda di un frontaliere impiegato come idraulico nel Mendrisiotto, che per un eccesso di velocità con la propria moto ha perso patente e lavoro. Non potendo guidare non poteva recarsi dai clienti e, di conseguenza, l’azienda che lo impiegava lo ha licenziato. Stessa sorte, con l’aggravante di una multa di 14mila e 245 franchi – che non sa come pagare, essendo stato pure lui licenziato – è toccata a un 22enne di Biasca per non aver rispettato le distanze con il furgone della ditta, sull’autostrada, nel Canton Argovia.
“Alcune categorie di lavoratori andrebbero maggiormente tutelate dal ritiro della patente”, l’opinione dell’avvocato Rossano Guggiari, difensore di molti automobilisti e motociclisti alle prese con le conseguenze di gravi violazioni delle norme sulla circolazione. A questo punto non sapremmo dire da che parte si schiererebbe Robin Hood, se con i tartassati messi sul lastrico dallo sceriffo di Nottingham, oppure con il rispetto della legalità. D’altro canto, un dato è certo: pur con non poche rigidità, Via Sicura ha salvato molte vite. Dalla sua introduzione la mortalità, sulle strade, è dimezzata. Poi, è vero che Robin Hood e i suoi adepti sono più contenti se a piangere per i flash a raffica sono i ricchi. Ma in quest’occasione non possiamo accusare lo sceriffo di Nottingham di parzialità.