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A Lugano alcuni villaggi si sentono traditi

Un nuovo sito internet riunisce il malcontento di diversi ex Comuni che puntano il dito contro la politica 'periferica' della Città

Una panoramica del villaggio di Carona (Ti-Press)
15 aprile 2021
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La nascita della piattaforma villaggitraditi.ch rappresenta un vero e proprio atto d’accusa nei confronti della politica periferica della Città. Non un processo alle intenzioni, queste ultime vogliamo ritenerle buone, ma perlomeno un processo indiziario. Sì, perché tanti indizi costituiscono una prova. Al di là della metafora giudiziaria, negli ultimi anni, in cronaca sovente abbiamo dato ampio spazio al malcontento latente emerso in particolare in alcuni villaggi appartenenti a Lugano, come Gandria, Brè e Carona. Non solo. Nell’ultima seduta di questa legislatura, la maggioranza del Consiglio comunale ha bocciato il progetto di autosilo a Carabbia, accogliendo una mozione che di fatto ha ripreso la petizione di 241 firme sottoscritte per avere una piazza libera dalle auto, come peraltro chiesto prima dell’aggregazione, concretizzatasi nel 2013. Ora, al Municipio toccherà rifarlo.

Insomma, l’insofferenza e l’insoddisfazione che trasuda da villaggitraditi.ch è un segnale di cui occorre tener conto. Dovrebbe essere considerata come una critica e soprattutto come un campanello d’allarme. Una critica che prende di mira anche il ruolo delle commissioni di quartiere ‘riformate’ cinque anni fa con lo scopo di funzionare (meglio di prima) da cinghia di trasmissione fra le esigenze e le rivendicazioni locali, e Palazzo civico. La riforma pare però non aver raggiunto l’obiettivo principale. Forse perché non si è voluto o non si è avuto il coraggio di ‘spoliticizzarle’ completamente: le commissioni restano infatti tuttora composte, per la metà dei membri, da rappresentanti scelti dai partiti con un seggio nel Municipio. Appaiono così poco sensibili e troppo influenzate da logiche prettamente politiche, per far sentire anche a Palazzo la voce dei residenti dei villaggi.