Così i rumoristi alla guida si divertiranno ancor più e chi continuerà a subire si arrabbierà ancora di più. A meno che...
Sinceramente di primo acchito pensavamo che fosse uno scherzo di Carnevale anticipato, ma poi ci siamo detti ‘eh, no, il Carnevale purtroppo non ci sarà’. E allora sarà una cosa seria. O almeno dovrebbe. Ci riferiamo a quanto annunciato ai media dal Dipartimento del territorio, diretto dal (quasi) sempre impassibile Claudio Zali. Di cosa si tratta? Di una trentina di righe intitolate ‘Anche il Ticino avrà il suo rumorometro’. Ebbene sì, oggi esiste anche questo aggeggio e adesso lo abbiamo anche noi. Yuppie! Sulla falsariga delle faccine verdi o rosse, che lampeggiano in entrata dei centri abitati segnalando se si supera o meno i 50 km/h, ora vi sarà anche questo nuovo strumento – già piazzato in via sperimentale dall’Ufficio prevenzione rumori – per informare i conducenti sui decibel generati dal transito del loro veicolo. E anche – ci informa sempre il dipartimento di Zali – per sensibilizzare sugli effetti negativi su salute e ambiente di uno stile di guida inutilmente rumoroso.
E nüm a pagum
Se fossimo il ‘Mattino’, partiremmo lancia in resta con un ‘Uella, Zali rallysta, altra scoperta dell’acqua calda utilizzando i soldi dei contribuenti? E nüm a pagum? Che ti inventi la prossima volta?’. Ma noi non siamo il domenicale leghista e, tranquilli, Quadri & Co. non lo scriveranno di certo sulla prossima edizione, visto che quello che fanno i loro ministri è sbandierato a tutta pagina domenica dopo domenica su un foglio, che si ostina a dichiarare di non essere il settimanale ufficiale della Lega. Ma no che non lo è – lasciateci usare il dialetto – neanca un zichinin.
Che califfi
Torniamo, però, al rumorometro e continuiamo a leggere il verbo dipartimentale: “L’inquinamento fonico non lascia tracce visibili, ma si accumula nelle persone sotto forma di stress psicofisico”. Giustissimo! E poi ecco la riflessione sulle ripercussioni del rumore: “Lo stato di allarme causato dai rumori nocivi agisce sugli ormoni dello stress impattando negativamente sul sistema nervoso”. Bene, giusto, bis, che califfi! E poi ancora: “Sul lungo periodo, il rumore può gravare sulle prestazioni cognitive, essere causa di ipertensione, malattie ischemiche, e nei casi più gravi, di infarto”. Grandi!
Ma niente sanzioni?
E dopo aver letto tutto ciò, che si fa? Si misura il rumore. E… e basta. Proprio così. Tanto che sul comunicato sta scritto che si vuole affrontare il tema con un’azione di sensibilizzazione, che non implicherà sanzioni! Abbiamo proprio letto bene: si misura il rumore, wroom, wroom, e poi non si sanziona chi lo produce.
Che ne dite? Tanti sanno sicuramente di cosa stiamo parlando: di quella schiera non folta, ma fastidiosissima, di menefreghisti, che in sella a una moto o a un’auto modificate, si divertono a dare di gas, rompendo timpani e scatole. Ebbene, gioite, amici: ora li vedrete sfrecciare anche sotto il rumorometro e avrete pure la conferma ufficiale che, trapanandovi i timpani, hanno superato la soglia di rumore consentita. Così i rumoristi alla guida si divertiranno ancor più e chi continuerà a subire si arrabbierà ancora di più. A meno che – ecco la nostra proposta di modifica dell’apparecchio – il rumorometro davanti comunichi il superamento del limite consentito, e dietro, al passaggio del rompi di turno, scatti anche una bella foto ricordo. E pensare che oggi non abbiamo altri problemi, vero dottor Merlani?