Altro che minaccia ambientale: l'Uomo sta già distruggendo le sue minoranze etniche
Canguri, non me ne vogliate, se vi uso per attirare l’attenzione. Conigli, opossum, koala e invertebrati, arrostiti negli incendi d’Australia, non me ne vogliate se non vi nomino. Uiguri, non me ne vogliate se vi uso per la rima. Tibetani, Manciuri, Turcomanni, Kazaki, non me ne vogliate se non vi nomino, anche voi nei campi di concentramento della Cina: lavaggio del cervello, stupri, torture, espianto di organi, fosse comuni.
Come ti sbagli, Greta. Fra pochi anni l’Uomo distruggerà il pianeta? Microrganismi, ranocchi, volatili in via di estinzione? Colpa del petrolio o del carbone? Greta, sei cieca. L’Uomo sta già distruggendo le sue minoranze etniche: scompaiono le tribù amerindiane, massacrati i Rohingya, silenziati i Tibetani, Uiguri in campi di concentramento. Il governo cinese nasconde le loro fosse comuni, asfalta chiese, templi e moschee. Gruppi mascherati assaltano studenti musulmani nelle Università indiane, sotto gli occhi della polizia indù.
Niente scioperi scolastici per le razze umane in via di estinzione, quelle più minacciate proprio dall’Uomo. Il governo cinese protegge il panda e intanto pianifica l’estinzione delle sue minoranze etniche. Genocidio, etnocidio. Ma è lontano. Lontano? Spiano i dissidenti cinesi nelle Università Usa e minacciano le loro famiglie in Cina, rapiscono i dissidenti e i musulmani nei Paesi confinanti, persino i librai di Hong Kong. Lungo la Via della Seta. Fiumi di denaro contante cinese sostengono le dittature e corrompono le democrazie, comperano i porti nel Mediterraneo, finanziano le trasversali alpine. Primo al mondo, nel 2013, il Parlamento svizzero approvò l’Accordo commerciale di libero scambio con la Cina togliendo le clausole tradizionali sui Diritti Umani. Il 29 aprile 2019 il consigliere federale Maurer, a Pechino, in “armonioso dialogo” con Xi Jinping, ha sottoscritto, per la Svizzera, ancora una volta primi al mondo, un accordo formale di sostegno al progetto della Via della Seta. Il 5 settembre 2019, ad Andermatt, Cassis, Ermotti, l’ambasciatore cinese e un direttore del Wef (in contrasto con il suo pomposo Manifesto di Davos) circondati da ambasciatori e duecento manager elvetici, accolgono la Terza Conferenza parlamentare di sostegno alla Via della Seta celebrata come “fattore di promozione degli obiettivi di sostenibilità dell’Onu”. Non c’erano le famiglie dei Tibetani e degli Uiguri deprivati, a milioni, dei Diritti Umani garantiti dalla Costituzione federale svizzera e dall’Obiettivo Onu N.16 “Pace e Giustizia”. Ma Berna organizza ogni anno un incontro in Cina sui Diritti Umani: ma il suo contenuto rimane top secret. Perché? L’artista cinese Ai Weiwei, i suoi avvocati e amici in carcere da anni, giudica i politici svizzeri “ingenui come bambini dell’asilo” (Tages Anzeiger 30.12.2019). Il 25 settembre 2014, assistendo una delegazione di fragili esuli tibetani, a Berna, anch’io fui vittima di una macabra mascherata in cui affettati ambasciatori Dfae e Seco magnificavano il dialogo federale svizzero con la Cina sui Diritti Umani. Ora 400 documenti sottratti al governo cinese rivelano anche alla Svizzera centinaia di campi di concentramento cinesi per stritolare le minoranze musulmane. One Belt One Road One Gulag. Da mesi ne scrivo a decine di parlamentari federali svizzeri. Tacciono. Anche loro. Perché? Fino a quando?