Ci chiami pure quando fra un affare internazionale e l'altro troverà tempo per spiegare l'assunzione di (almeno) una frontaliera e l'abuso edilizio a Sonvico
Nell’apprendere come il candidato leghista al Consiglio degli Stati – che per la cronaca di professione fa l’avvocato – alle sue dipendenze abbia almeno un(a) frontaliere(a), perché qui da noi lui proprio non trova quei profili e, sfortuna delle sfortune, è pure inciampato in un presunto abuso edilizio (vedi articolo), ci è venuta in mente la famosa frase: ‘Fate ciò che dico, ma non fate ciò che faccio’.
Già, perché cosa predicano con insistenza da anni e anni lui e il movimento di via Monte Boglia? Che ne hanno le pa… piene dei frontalieri. Che qui in Ticino c’è il dumping salariale (ossia che a causa dei ‘frontaliers’, i salari dei ticinesi scivolano verso il basso). E che però loro (i frontalieri) lavorano qui, ma da noi non spendono. E poi – il ritornello lo conoscete – che quelli di oltre confine – beati loro – non devono pagare gli affitti che paghiamo noi e neppure la cassa malati, che continua ad aumentare. E poi in più, porcaccia la miseria, che sono sempre loro ad ingolfarci le strade e inquinare l’ambiente. E – conclusione tratta dal vademecum del piccolo leghista – che se ce ne sono così tanti, la colpa di chi è? Logico già: dei partiti storici. Cosa volete che c’entri la Lega ormai primo partito del cantone…
Cosa dire quindi, quando si scopre – bella questa! – che anche l’aspirante senatore targato Lega ne ha alle sue dipendenze. E in che funzione? Se abbiamo ben capito in qualità di segretaria dello studio legale. Se abbiamo ben capito, proprio così, perché se voi – nelle vesti di giornalista – andate a chiedere al signor Battista Ghiggia, ‘Scusi, ci può spiegare’, lui taglia corto e non spiega nulla o quasi. Anzi, per non dover render conto all’intervistatore, lo rinvia ad un post che uscirà sui social. Come se, rivolgere la parola al pezzo da novanta leghista, che ambisce quale candidato a rappresentare il nostro cantone a Berna, fosse cosa impossibile.
Atteggiamenti da lesa maestà, insomma. Veramente, ci sarebbe proprio piaciuto capire come mai l’avvocatone luganese in questa nostra terra ticinese – terra di emigrazione verso gli Stati Uniti, l’Inghilterra, la Francia ancora un secolo fa, ma poi divenuta piazza finanziaria florida, rimasta comunque di provincia – non trovi una (1) persona sufficientemente formata (pur anche straniera), ma perlomeno residente qui, capace di lavorare quale segretaria qualificata. Come mai se ne è dovuto andare oltre confine per ingaggiarne una? E magari non solo una...
Giusto per sapere… Eh sì, perché se non ci riesce lui – che fa parte della prima linea dei Winkelried di ‘prima i nostri’ – come fa uno lontano da quella linea di difesa a scovare e assumere uno svizzero? E poi, già che ci siamo, se potessimo chiarire la faccenda, potremmo suggerire al ministro Manuele Bertoli di darsi una mossa con la scuola pubblica, visto che non siamo più nemmeno in grado di preparare qualificate segretarie per gli studi legali del Ticino! Studi che hanno rapporti internazionali, magari anche a Panama (nevvero, avv. Ghiggia?) e che richiedono personale poliglotta? Suvvia, onorevole Bertoli, diana!, lei e la sua Divisione per la formazione professionale!
Ci sarebbe anche piaciuto capire dalle risposte dell’aspirante senatore Ghiggia qualcosina in più a proposito dell’abuso edilizio (o presunto tale) che lo riguarda. Fare domande è il nostro mestiere. Ma anche qui, solo lesa maestà e nessuna risposta.
Forse che Ghiggia e i suoi non sono quelli che invocano domenica dopo domenica, oltre alla massima precedenza da accordare ai nostri, pure la massima trasparenza?
Noi, se vorrà spiegarsi meglio ai lettori e più ancora ai cittadini elettori, siamo qui. Ci chiami pure lui quando, tra un affare internazionale e l’altro, troverà il tempo.