Commento

Procuratore in più, il parlamento inserisca il turbo

Il governo dà l’ok al potenziamento del Ministero pubblico. Messaggio a settembre. La commissione ‘Giustizia’ lo evada in tempi (ragionevolmente) brevi

11 luglio 2019
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Rivedendo la Legge sul Gran Consiglio, il nuovo testo è entrato in vigore un paio di mesi fa, il parlamento ha voluto dotarsi – opportunamente – di una commissione specifica sulla giustizia. Non solo per tentare di spartiticizzare il più possibile l’elezione dei magistrati (da questo punto di vista l’esordio, in relazione alla nomina del subentrante della pp Bergomi, non è stato dei più felici), ma anche per evadere in tempi ragionevoli proposte di riforma dell’organizzazione giudiziaria ticinese. Ci aspettiamo allora che dapprima la neonata commissione ‘Giustizia e diritti’ e poi il plenum del Gran Consiglio inseriscano il turbo quando riceveranno dal governo il messaggio per il potenziamento del Ministero pubblico. Che si basa principalmente su due misure: un procuratore pubblico in più (per il perseguimento dei reati finanziari) e l’attribuzione di competenze decisionali, nei procedimenti contravvenzionali, ai segretari giudiziari, stretti collaboratori, con formazione accademica in campo giuridico, dei magistrati. Il Consiglio di Stato chiede, tramite modifica legislativa, che questi segretari nei casi penalmente ‘minori’ possano condurre indagini ed emanare decreti d’accusa o di non luogo a procedere. Ciò che alleggerirebbe i pp, i quali potrebbero così concentrarsi sui dossier di una certa rilevanza penale (e sociale).

Sono misure indispensabili e urgenti per evitare che la giustizia si traduca in non giustizia: cosa che può succedere con una giustizia tardiva e con la prescrizione, un rischio che corrono soprattutto le inchieste sugli illeciti finanziari. Lo dice, sulla scorta di “dati incontrovertibili”, il procuratore generale. Lo riconosce il governo. Il quale nel progetto di messaggio scrive che i provvedimenti prospettati “contribuiscono da un lato alla stabilità sociale e alla tutela della cittadinanza, assicurando l’esercizio dell’azione pubblica allo Stato che ne ha il monopolio, nell’ottica di ridurre al minimo i rischi di prescrizione; dall’altro all’efficienza e all’efficacia dell’operato dell’autorità del perseguimento penale”.

Quelle misure saranno la panacea? Per ora siamo convinti che sono un passo nella giusta direzione. E prioritario. Come l’assegnazione del quinto giudice al Tribunale penale cantonale.