Un pp in più o quattro sostituti? La Commissione parlamentare 'Giustizia e diritti' verso la seconda. Incontro in vista
A che punto è il progetto di potenziamento del Ministero pubblico? È passato un anno ormai dall'11 settembre 2019, giorno in cui con un messaggio il Consiglio di Stato ha proposto un procuratore pubblico ordinario in più. Di acqua sotto i ponti ne è passata, tanto che la Commissione parlamentare 'Giustizia e diritti' ha virato: non più un procuratore in aggiunta, bensì quattro sostituti procuratori. È questa l’ipotesi su cui si sta lavorando, elaborata dalla popolare democratica Sabrina Gendotti e dal liberale radicale Marco Bertoli. Il quale, da noi raggiunto, afferma che «stiamo aspettando il parere del Consiglio di Stato su questa proposta, visto che diverge da quanto contenuto nel suo messaggio». E le tempistiche, considerando il tempo ormai passato e le sollecitazioni che giungono dalla Procura? «Come commissione vogliamo uscire con un rapporto entro la fine dell’anno, ma la speranza è che entro l’autunno arrivino sia la posizione del governo sia le nostre conclusioni da sottoporre al plenum del Gran Consiglio». Conclusioni che non dovrebbero richiedere molto dibattito: il presidente della ’Giustizia e diritti’ Luca Pagani (Ppd), infatti, ci conferma che «l’orientamento della Commissione è quello di andare verso i quattro sostituti procuratori».
Intanto il procuratore generale Andrea Pagani, ovvero il magistrato che per legge dirige il Ministero pubblico, è sempre in attesa di una risposta dalla politica. Una risposta chiara dal plenum del Gran Consiglio sul potenziamento: quattro sostituti pp - soluzione che Pagani come noto auspica - o un procuratore ordinario? «Evidentemente il fatto che non ci sia ancora una decisione non permette di fare un passo avanti verso un’ulteriore razionalizzazione del lavoro in seno al Ministero pubblico», osserva Pagani, contattato dalla ‘Regione’. «E quindi - aggiunge - non mi metto certo ora a studiare e a suggerire dei cambiamenti profondi rispetto all’organizzazione che ho modellato nel luglio 2018 così come nei mesi a seguire e che ho implementato in collaborazione con i colleghi che compongono la Direzione dell’ufficio. Prima di procedere ad esempio con lo spostamento di competenze o la creazione di sottosezioni specialistiche all’interno della Procura, devo infatti sapere quale strada imbocca il Gran Consiglio per quel che riguarda il potenziamento dell’autorità giudiziaria. Aspetto insomma una risposta dalla politica, che sembra ogni volta imminente, ma che si fa fatica a vedere. Sia chiaro: accetterò ovviamente qualsiasi decisione che prenderà il legislativo, purché la prenda, anche se, va detto, la pandemia ha notevolmente rallentato per almeno un paio di mesi l’attività politica». Ma non quella del Ministero pubblico. «Nel periodo del lockdown c’è stato un consistente calo degli incarti in entrata e questo - spiega il procuratore generale - ci ha permesso come ufficio di evadere un buon numero di arretrati». Il lockdown è cessato da un pezzo e anche il Gran Consiglio e le sue commissioni hanno ripreso a lavorare. «Se si vuole migliorare ulteriormente l’azione del Ministero pubblico - riprende Pagani - è opportuno che a breve il parlamento si pronunci, finalmente, sul potenziamento dell’ufficio».
In questa fase però il boccino è in mano al governo. «Prima di pronunciarsi sulla proposta commissionale di assegnare quattro sostituti procuratori al Ministero pubblico, il Consiglio di Stato ha bisogno di più elementi, anche perché la bozza di rapporto che abbiamo ricevuto dalla stessa commissione contiene dati di cui non eravamo a conoscenza: proprio per questo come Dipartimento istituzioni abbiamo interpellato la ‘Giustizia e diritti’, chiedendo di incontrare i relatori, alla presenza del procuratore generale Pagani», fa sapere la direttrice della Divisione giustizia Frida Andreotti. «Nell’attesa di fissare una data, mi auguro - continua Andreotti - che questo incontro possa tenersi al più presto e che sia risolutivo. E che si possa così arrivare a una misura condivisa, a vantaggio dell’operatività del Ministero pubblico». Da parte del Dipartimento diretto da Norman Gobbi, «non c’è nessuna chiusura di principio», assicura Andreotti, ricordando che «nel messaggio governativo sottoposto lo scorso anno all'esame della commissione ‘Giustizia e diritti’ prospettiamo sì un procuratore pubblico ordinario in più, ma nel contempo anche l’attribuzione di maggiori competenze ai segretari giudiziari in materia di contravvenzioni». Ciò detto, «è opportuno ora confrontarci su varie questioni aperte, affinché la discussione sulle necessità attuali della Procura dia i suoi frutti. Vorremmo fra l’altro capire i motivi per i quali il pg ritiene preferibile l’opzione sostituti pp». La responsabile della Divisione giustizia tiene comunque a precisare che «l’efficienza e l’efficacia dell’attività del Ministero pubblico non passano solo da un'assegnazione di risorse umane, ma anche dall’attuazione di misure organizzative».