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Due pp in più, il governo conferma la proposta del Dipartimento

Il Consiglio di Stato risponde. La commissione parlamentare può procedere. Il correlatore Marco Bertoli: contiamo di sottoporre il rapporto al parlamento in marzo

17 febbraio 2021
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Potenziamento della Procura, il Consiglio di Stato risponde alla ’Giustizia e diritti’. Alla commissione parlamentare fa sapere “di condividere la proposta di attribuire al Ministero pubblico due procuratori pubblici supplementari, anziché uno, come proposto nel messaggio dell'11 settembre 2019”. Il governo conferma quindi nero su bianco il proprio assenso alla modifica del messaggio governativo prospettata dal direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi e dalla responsabile della Divisione giustizia Frida Andreotti nell’audizione dello scorso novembre davanti alla commissione. Sulla proposta di assegnare all’autorità giudiziaria di perseguimento penale due pp ordinari in più, invece di uno, avanzata da Gobbi e Andreotti “si sta delineando una convergenza all’interno della 'Giustizia e diritti'”, aveva spiegato il presidente della commissione Luca Pagani (Ppd). Commissione che prima di procedere aveva scritto agli inizi del mese al Consiglio di Stato per sapere se fosse appunto confermata la soluzione suggerita dai vertici del Dipartimento nell’incontro del 16 novembre 2020. Risposta affermativa.

I costi del potenziamento

Ma c’è di più nella lettera appena inviata alla ’Giustizia e diritti’. Il governo scrive inoltre che “la proposta di potenziamento con due procuratori pubblici trova altresì la condivisione del procuratore generale” Andrea Pagani, il quale “ha confermato che sarà possibile completare questa seconda ’colonna’ con un segretario giudiziario e un segretario amministrativo, già presenti in organico”. Sul piano finanziario, aggiunge il Consiglio di Stato, “il potenziamento postulato avrà un costo totale per il personale di complessivi 670'252 franchi (288'045 per ciascun procuratore, oltre a 94'162 franchi per il segretario amministrativo”. A livello logistico e informatico “saranno necessari interventi di carattere ordinario”.

Ricevuto il via libera dell’Esecutivo, la commissione parlamentare, già alle prese con il messaggio governativo del settembre di due anni fa concernente l’attribuzione di un solo pp, può dunque procedere. Come? Adattando il rapporto, la cui stesura è stata affidata al liberale radicale Marco Bertoli e alla popolare democratica Sabrina Gendotti, al nuovo scenario: l’aumento dell’organico degli inquirenti con due procuratori in più. Ciò che in caso di luce verde del plenum del Gran Consiglio porterebbe il numero dei magistrati del Ministero pubblico a ventitré, procuratore generale incluso. Il potenziamento contempla pure l’assegnazione ai segretari giudiziari, stretti collaboratori dei pp, competenze decisionali nei procedimenti contravvenzionali. «Abbiamo preso atto della risposta del Consiglio di Stato - dice Marco Bertoli, interpellato dalla ’Regione’ -. Io e la collega Gendotti stiamo affinando la bozza di rapporto, che contiamo di presentare al resto della commissione nei prossimi giorni. Confidando ovviamente nell’adesione della ’Giustizia e diritti’, vorremmo sottoporre il rapporto all’approvazione del plenum del Gran Consiglio nella seduta di marzo». Considerata la mole di incarti in Procura, il potenziamento, evidenzia Bertoli, «è indispensabile per migliorare l’efficacia dell’azione del Ministero pubblico. Tuttavia costituisce un capitolo, importante, di un’ampia riflessione che la ’Giustizia e diritti’ sta facendo alla luce della risoluzione approvata dal parlamento”.

La riorganizzazione del Ministero pubblico

È la risoluzione - votata nel dicembre scorso in occasione del rinnovo, da parte del Gran Consiglio, delle cariche in seno al Ministero pubblico - con la quale il Legislativo cantonale ha incaricato la commissione di "valutare" la necessità di eventuali interventi, anche di natura normativa, finalizzati tra l’altro alla riorganizzazione della Procura, ad esempio con una ridefinizione delle "competenze" della sua Direzione “per un più efficace controllo interno e una migliore organizzazione operativa”. Una valutazione che coinvolgerà anche la magistratura e il governo. Il quale nella recentissima lettera trasmessa alla ’Giustizia e diritti’ rileva: in merito “alla necessaria riorganizzazione dell’autorità giudiziaria”, ossia il Ministero pubblico, “siamo in attesa di vostre indicazioni, dopo la decisione parlamentare del dicembre scorso”.